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Perchè io, un giorno, sarò... acconciatore!

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Questo è sicuramente un periodo "caldo" per centinaia di ragazzi (e relative famiglie) in procinto di decidere se e come continuare gli studi; una decisione importante, da prendere con calma e, soprattutto, con cognizione di causa perchè in grado di condizionare il futuro, professionale e non.


La banca dati "Scuole e stage" di Beltade.it è costantemente "bombardata" da interrogazioni, ma in questo periodo i corsi più gettonati sono quelli che riguardano la formazione post obbligo.

I dati in nostro possesso mostrano che una particolare attenzione viene prestata ai corsi di formazione professionale nel settore dell’acconciatura; ciò che la nostra redazione si è chiesta, allora, è: ma i ragazzi interessati sanno davvero cosa significhi intraprendere questo tipo di specializzazione? O, semplicemente, quali e quante siano le materie da studiare? Abbiamo così deciso di unirci agli allievi della Scuola Milano Acconciatura e di raccontare come si svolga, in effetti, una loro giornata "tipo", dal suono della campanella alla …sospirata (!) fine delle lezioni.
E, guarda caso, tocca a me fare l’esperienza.


Quello che leggerete è, in linea essenziale, valido per qualunque corso di qualifica professionale (biennale) di acconciatura, indipendentemente dalla scuola e dalla sua ubicazione sul territorio nazionale. E a questo punto… buona lettura!



È lunedì, sono le 8,30; non sembra vero che il week-end sia già finito e noto che le ragazze ed i ragazzi che entrano in aula insieme a me devono avere più o meno lo stesso (doloroso!) pensiero. Sono con gli allievi acconciatori al 2° anno di corso; qualche ragazzo, ma il gentil sesso è in netta maggioranza; ripenso ai miei vecchi compagni di scuola e a quanto avrebbero pagato per trovarsi in una simile situazione… La tabella di marcia prevede 4 ore di teoria: 2 di inglese e 2 di chimica… non c’è che dire, un bell’inizio settimana!


Il prof. è simpatico, ma non lo invidio; tra i ragazzi che cercano di svicolare, adducendo le scuse più fantasiose, e quelli che sonnecchiano più o meno vistosamente la lotta è impari. Ma il prof. ha un colpo di genio: racconta delle sue vacanze in Estremo Oriente, e parla in inglese come gli indiani, finge di ordinare (sempre in inglese) i piatti tipici della cucina indiana… beh, l’aula è attenta, sorride e, senza nemmeno accorgersene… fa due ore belle e buone di lingua inglese, pur se non attraverso l’utilizzo dei metodi classici. Suppongo che non sempre fili tutto così liscio, ma per oggi è andata bene; i ragazzi hanno trovato l’aggancio giusto; magari le prossime vacanze le trascorreranno in Grecia!


Pausa, 20 minuti di intervallo: il cortile della scuola è gremito di studenti e la "caciara" è incredibile; ma, ripensandoci, né più né meno di quella che c’è a quest’ora in tutte le scuole d’Italia.

Alcuni studenti di altri corsi si presentano in cortile col camice indossato durante le ore di laboratorio (18 ore a settimana, mi spiega uno degli insegnanti, tanto il 1° quanto il 2° anno); dovrebbero essere bianchi, ma è forse l’unico colore che manca…

Immagino quanto possa essere coinvolgente e stimolante applicare le conoscenze teoriche apprese in aula su veri capelli di vere persone e ringrazio, a nome di queste ultime, l’attenta supervisione degli insegnanti, sotto il cui sguardo vigile i ragazzi fanno la necessaria pratica (per inciso, nonché per la tranquillità generale, il 1° anno le esercitazioni più “invasive” si fanno su capelli posticci e gli allievi operano su persone in carne ed ossa solo facendo shampoo e piega…!).


Ahimè, l’intervallo è finito; cercando di tirare un po’ in lungo i ragazzi rientrano in aula, ed io con loro; le prossime due ore saranno dure, la chimica non è esattamente una passeggiata. Ma anche questo prof. è una sorpresa e fa a pugni coi miei ricordi liceali: gli si da del tu e gli si può parlare tranquillamente, come ad un compagno solo un po’ più grande. Ora, intendiamoci, non è che la chimica diventi più facile o più simpatica; dato però che bisogna studiarla, tanto vale farlo in questo modo, giusto? E con fatica e qualche sudore freddo nel timore di interrogazioni a sorpresa è arrivata l’ora di pranzo: finalmente!


In questa scuola un servizio bar esterno raccoglie le ordinazioni e rifocilla gli affamati studenti senza che questi debbano uscire, ma, con permesso scritto dei genitori, è anche possibile andare a mangiare un panino veloce nei dintorni; l’importante è rispettare l’orario!

Si è già fatta l’ora di rientrare in aula; mezz’ora passa veramente troppo in fretta!


Il pomeriggio prevede lezione di informatica; i ragazzi cominciano ad essere un po’ stanchi, ma la materia li interessa; tenuto conto del tempo che la maggior parte di loro trascorre a "smanettare" su Internet, imparare ad usare i più comuni programmi di Office non costituisce certo un grande problema.

Sono ormai le 18 e, mentre la vitalità dell’aula, stile araba fenice, rinasce più forte che mai in vista della fine delle lezioni, io arranco verso la porta, saluto gli insegnanti che mi hanno così simpaticamente tenuto compagnia e non vedo l’ora di arrivare a casa per rilassarmi un po’! Con un pizzico di invidia nei confronti di questi ragazzi e dell’allegria che ho respirato durante tutta questa particolarissima giornata.




P.S.: Per la cronaca: quella che abbiamo descritto è una delle giornate più "lunghe" e più dense di teoria dei nostri studenti; 3 giorni alla settimana su 5, in effetti, vedono le lezioni terminare alle 14… avrete quindi anche un sacco di tempo per voi, non preoccupatevi! E poi, sia il 1° che il 2° anno, sono previste ben 70 ore di stage presso saloni esterni… apprendisti acconciatori all’attacco!


I corsi di Milano Acconciatura


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