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A ritroso nel tempo

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A cura di: Beltade.it

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I bagni pubblici romani

Nel suo palazzo, di cui si possono ammirare le rovine vicino al Colosseo, l’imperatore Nerone fece installare dei bagni caldi, alimentati dalle acque del Mediterraneo. Queste acque, tra l’altro, venivano profumate con foglie di rosmarino e, attraverso condutture ben dissimulate, erano vaporizzate sull’imperatore e sui suoi ospiti durante i banchetti.

I Romani erano conosciuti per i loro stabilimenti pubblici; ogni città possedeva le proprie terme, dal momento che ci si andava per lavarsi, ma anche per rilassarsi, incontrare gli amici o parlare d’affari. Era il vero e proprio fulcro della vita sociale cittadina.

Il più bel complesso termale romano venne costruito da Caracalla, all’incirca nel 210 d.C.; poteva accogliere 2000 persone… e i relativi 2000 posti a sedere erano completamente in marmo.

Come prima cosa ci si spogliava e, affidati i propri abiti alle cure del capsarii, ci si dirigeva nel frigidarium, per un bagno freddo. Il tepidarium costituiva il passaggio successivo e consentiva un bagno tiepido, seguito da quello di vapore e di acqua molto calda nel calidarium. Il bagno di vapore consentiva la fuoriuscita delle impurità della pelle, che venivano asportate tramite l’utilizzo di uno strigil (spesso in bronzo).

L’aliptor massaggiava ed ungeva il corpo con oli profumati. I “bagnanti”, a questo punto, potevano decidere di recarsi in un’altra sala, una sorta di gimnasium, per fare un po’ di attività fisica.

Il perfetto funzionamento del complesso termale era garantito da un elevato numero di schiavi.

Nonostante alcuni stabilimenti disponessero di locali riservati alle donne, queste ultime si recavano raramente alle terme, preferendo ad esse l’intimità della propria casa. Le donne patrizie avevano schiave specificamente preposte a tale compito, le cosmatae, sorvegliate e dirette dalla responsabile della toilette, l’ornatrix.

Le schiave seguivano un ordine ben preciso: in primo luogo si occupavano dell’acconciatura, se necessario tingendo i capelli e quindi trattandoli con un olio nutriente e protettivo. Poi si procedeva al massaggio del viso, utilizzando uno specifico olio, ed al trucco delle guance e degli occhi. Infine, il collo e le spalle venivano frizionati con oli profumati e il resto del corpo lavato con acqua di rose.

Queste raffinate abitudini vennero “esportate” dai Romani in tutte le terre da conquistate ed ancora oggi costituiscono il modello di riferimento di costumi e tradizioni di numerose culture, in primo luogo mediorientali e maghrebine.

 


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