|    In ambito odontoiatrico si è assistito negli ultimi 10 anni ad un notevole 
aumento della richiesta di interventi di odontoiatria estetica. I pazienti che 
hanno deciso di sottoporsi a trattamenti per migliorare il proprio sorriso sono 
quasi triplicati. 
 A decidere di sottoporsi ad un intervento di pura odontoiatria estetica sono, 
oggi, soprattutto donne di età compresa tra i 35 ed i 55 anni, particolarmente 
attente alla propria immagine, con un buon potere di spesa e che facilmente si 
lasciano tentare anche dalla chirurgia estetica.L’attenzione alla qualità del proprio sorriso, però, sta dilagando, e riguarda 
un numero sempre più grande di persone, sia tra i giov
  anissimi, che in tutte le 
categorie sociali. In effetti, a livello percettivo, il sorriso è responsabile per il 60-70% 
dell’aspetto dell’intero viso. Diventa quindi sempre più naturale e consueto 
affidarsi alle abili mani di un odontoiatra estetico.La buona notizia è che, nonostante quello che generalmente si pensa, il 
cosiddetto “Hollywood Smile”, vale a dire denti bianchissimi, dritti e 
tutti uguali, è quanto di più innaturale ci possa essere.
 “I denti naturali sono normalmente di colore diverso tra loro, quelli 
centrali sono infatti più bianchi dei laterali e i laterali più bianchi dei 
canini – spiega Luca Dalloca, odontoiatra di fama internazionale a capo di
Health Design, uno dei maggiori centri italiani di odontoiatria estetica, 
e rappresentante italiano del network mondiale Oral Design – La diversità di 
colore aiuta a dare profondità al sorriso. Se si rendono i denti tutti dello 
stesso colore, il sorriso si appiattisce, dando quella sensazione di tastiera di 
pianoforte, altamente artificiale”.
 Ma chi ha davvero bisogno degli sbiancamenti? “Gli sbiancamenti sono 
consigliati per correggere il colore dei denti scuri, colorati da antibiotici o 
sui denti devitalizzati, ma quando lo smalto ha bisogno di correzioni importanti 
è necessario ricorrere alle faccette, come ad esempio su denti abrasi od erosi 
(per esempio da acidi, limone, succhi gastrici) – afferma Dalloca – che sono i 
difetti più comuni e causa di un sorriso poco piacevole ”. Come può cambiare un sorriso?  Il mocke up Il procedimento si basa su tre fasi principali:
 1° Step: lo studio dettagliato della boccaLo specialista ha il compito di ascoltare i desideri del paziente e le sue 
aspettative, ma anche di studiarne la mimica nel parlare e nel sorridere. Sulla 
base di tali dati, viene elaborato un mocke up, una sottile mascherina mobile di 
resina bianca, che si applica come un cappuccio sui denti, dando l’idea di quale 
sarà il risultato finale del restauro.
 2° Step: la prova generaleLa durata del mocke up provvisorio è di una settimana. E’ trasparente e lo 
si può esibire in pubblico, valutandone in diretta gli effetti. Sulla base di 
eventuali critiche da parte del paziente o di altre persone, si confeziona un 
secondo o un terzo mocke up, fino a quando lo specialista mette a fuoco quello 
che fa al caso del paziente.
 3° Step: risultato finaleIdentificato con certezza il sorriso ideale del paziente, si impiegano delle 
faccette, vale a dire delle mascherine in ceramica con spessore di pochi decimi 
di millimetro incollate sulla superficie anteriore del dente da modificare. Per 
eliminare spazi troppo marcati, invece, sono sufficienti le additional veneer, 
piccoli intarsi di ceramica che vengono posizionati dove serve.
 Gli specialisti assicurano un effetto naturale, che dura nel tempo, per circa 
venti anni.
 La filosofia di Health Design  La filosofia alla quale si ispira il team di Health Design ha l’obiettivo di 
intervenire sulla dentatura del paziente, conservandone il più possibile le 
caratteristiche della fisionomia e sapendo cogliere le tensioni estetiche che ne 
rendono il sorriso, ad esempio, troppo spento o troppo aggressivo. Lo specialista medico che esegue un intervento estetico su una dentatura, deve 
studiare la persona che si trova davanti, capirne le caratteristiche 
fisionomiche ed anche psicologiche, ed inserire il suo lavoro di correzione 
all’interno di un insieme complesso che rappresenta l’unità del paziente.
 “La natura non crea mai simmetrie perfette – spiega Dalloca – Tutto ciò che è 
naturalmente bello presenta più o meno visibili irregolarità che creano però un 
equilibrio nell’insieme”.
  
              
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