È terminato alle 19: 50 del 10 novembre 2006 con larrivo di Ausilia
Vistarini e Giacomo Stefanelli il 3° NATURAID MAROCCO.
Sotto lo striscione Naturaid nel piazzale dellHotel Transatlas sono arrivati
gli ultimi 2 concorrenti rimasti in gara scortati dalle jeep strombazzanti e con
i lampeggianti accesi. Noi tutti eravamo lì ad aspettarli con il cuore in gola,
facendo il tifo per loro e sperando che arrivassero nel tempo utile di 88 ore
per entrare in classifica. I tempi calcolati erano incerti davano 50% di
possibilità di riuscita, infatti il tempo stimato del loro arrivo variava dalle
19:55 alle 20:20.
É stata una grande gioia per noi vederli arrivare, ci siamo emozionati vedendo
sui loro volti e nei loro sorrisi la fatica, la contentezza, il dolore, ma
soprattutto la grande determinazione e il grande rispetto allobiettivo che si
erano imposti. Il pianto è stato liberatorio e Ausilia appena arrivata si è
accasciata al suolo, ladrenalina lha accompagnata fin sotto lo striscione poi
lha abbandonata e hanno preso il suo posto i sentimenti, le sensazioni, i
pensieri, i ricordi. I compagni hanno applaudito a lungo questo momento mentre
Giacomo con gli occhi lucidi raccontava la "sua gara-avventura".
E stato veramente un grande Naturaid, una gara resa estrema dalle pessime
condizioni atmosferiche che lhanno caratterizzata per tutte le 88 ore, mettendo
veramente a dura prova tutti gli atleti.
22 biker partenti e 11 arrivati, è la dimostrazione che il percorso era
veramente impegnativo e gli atleti hanno dovuto affrontare degli imprevisti
eccezionali, come grandine, neve, vento, freddo. Fortissimi acquazzoni hanno
reso le piste argillose
delle vere e proprie paludi dove si sprofondava fino alla caviglia tanto che la
scarpa restava incollata quando si cercava di fare un passo.
Bisognava spingere o portare la bici in spalla perché il fango che s’infilava e
s’incastrava tra il cambio e la forcella bloccava il movimento delle ruote.
Ci sono stati dei momenti dove l’andare avanti era diventato quasi una sfida
alle proprie capacità; camminare nel fango per qualche ora di notte con la bici
sulle spalle per qualcuno è stato veramente una grande impresa al limite. Poi,
quando venivano a mancare le forze, si adottava la progressione a “bruco”
per superare gli acquitrini più difficili. Andare a “bruco” significava
portare avanti prima le borse per 2-300 m, poi la bici e avanti così cercando
di uscire da questa situazione di grande incertezza. Qualcuno ha ceduto
psicologicamente e si è ritirato. Altri hanno resistito e, per recuperare, si
fermavano qualche ora nel sacco a pelo sotto qualche grosso albero al riparo
dalla grandine. Ognuno gestiva le proprie conoscenze e le proprie forze.
Alcuni sono stati aiutati dalle popolazioni berbere che vivono sparpagliate
insieme al loro bestiame sulle
montagne. Venivano accolti nelle loro povere case e nonostante non riuscissero a
comunicare si creava comunque una grande intesa. Per loro il cibo e il posto per
dormire era assicurato. I berberi sono gente povera, ma gente con grande
educazione e dignità: non hanno nulla, ma ti offrono tutto.
Le situazioni che ogni concorrente ha vissuto erano completamente differenti,
chi era avanti o dietro di diverse ore magari non ha incontrato la grandine o la
pioggia ma ha guadato piste decine e decine di volte con l’acqua fredda fino
alla coscia; altri hanno guadato piccoli torrenti e magari affrontato le piste
di notte sotto la grandine; altri ancora hanno dovuto rinunciare ad attraversare
un torrente impetuoso e hanno passato la notte in un rifugio berbero.
Il Naturaid è un unico evento, ma i concorrenti erano 22 e 22 sono state le
gare, ognuno ha vissuto una situazione completamente differente, la sua e unica
gara, nessuno ha pensato alla vittoria, ma l’obiettivo per tutti era arrivare
alla fine di questa Avventura.
Ognuno ha avuto la sua gara e ognuno ha avuto la sua vittoria.
Sono contento di aver dato vita ad un evento estremo come il Naturaid; io che
sono un appassionato ed esperto di questo tipo di gare gioisco nel veder
crescere di anno in anno lentusiasmo che circonda questo appuntamento.
Sicuramente il Naturaid è entrato di diritto e fa parte nel mondo delle gare
estreme, ha dimostrato di crescere bene ed essere un buon principe che ha
imparato dalla regina indiscussa delle gare più estreme al mondo con la MTB: la
"IDITA IMPOSSIBLE" che si svolge in Alaska.
Grazie a tutti gli atleti per aver partecipato e provato questo 3°NATURAID
MAROCCO.
E grazie a tutti quelli che ci hanno seguito e sostenuto in questi giorni.
Maurizio Doro
Direttore di Gara
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