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              La valutazione clinica degli   interventi sanitari considera tradizionalmente il bilancio fra sicurezza ed   efficacia [1] [2].   Per decenni limperativo categorico cui si è uniformata ogni terapia è stato il   "primum non nocere", ma   lavvento delleconomia sanitaria, reso necessario dallescalation della spesa   sociale, ha introdotto, di recente, una terza dimensione: lefficienza [3].    
Sviluppare strategie assistenziali efficienti significa   saper scegliere le alternative terapeutiche con caratteristiche ottimali fra   costi e benefici, anche tenendo conto delle specifiche attese e preferenze del   paziente [4] [5].    
Due condizioni molto frequenti in dermatologia geriatrica sono il dolore associato allo zoster (zooster associated pain, zap) ed il prurito senile,   condizioni che necessitano, spesso, di lunghi periodi   dospedalizzazione e terapie farmacologiche costose e   non sempre efficaci [6]. Lagopuntura   è efficace nella terapia del cosiddetto prurito difficile e del dolore associato   allo zoster sia in fase acuta che cronica, come da noi segnalato su casistiche   aperte e sequenziali relative a pazienti anziani sia nel 1999 [7],   che più  recentemente [8].   
Per quanto concerne il   prurito sia le forme paraneoplstiche che quelle   uremiche rispondono al trattamento agopunturistico con   ampie differenze fra vera agopuntura e sham (falsa   agopuntura o agopuntura su punti non attivi), probabilmente attraverso neuromodulazioni coinvolgenti endorfina, dinorfina e sostanza P [9] [10] [11].    
Non abbiamo registrato differenze di risposta fra forme sintomatiche (uremiche,   colestatiche, neoplastiche, dismetaboliche) ed essenziali [12] ed è stato possibile segnalare, anche se solo come osservazione aneddotica, un   eccellente risultato in corso di prurito psicotico dopo acariasi nodulare in una   donna di 81 anni con grave depressione [13].    
Diversa è risultata lefficacia in corso di zap. Esaminando tutti i casi trattati nellUO di Dermatologia fra il   gennaio e lagosto 2000 (48 soggetti dambo i sessi detà compresa fra i 49 e   gli 81 anni) abbiamo notato unampia prevalenza dei non-responders fra quelli portatori di franco diabete mellito. Più propriamente abbiamo avuto   dolore ancora persistente e disturbante in 11 soggetti (11,9%) e di questi 9   (81,8%) erano portatori di diabete mellito tipo II.     
Lincidenza invece di diabete nel gruppo responders è stata dell8,1% dei casi (3/37), con   differenza molto significativa fra i due gruppi (Graf. 1).  
Secondo il   QUALY (Quality-Ajusted Life Years) abbiamo attribuito i valori (14): 
  -    SO: soggetti senza   dolore
 
  -    SI dolore lieve non   disturbante il sonno e l comuni   attività
 
  -    S2 dolore intenso   disturbante sonno ed attività
 
  - S3   dolore intollerabile. 
 
 
Non   responders sono stati considerati i   pazienti dimessi con gradi da S2 a S3.  
Poiché   tutti i pazienti hanno eseguito il medesimo tipo di trattamento (sedute   giornaliere per un totale di 5-7 giorni), con gli stessi strumenti e le medesime   modalità di manipolazione e dal momento che non vi   erano fra gruppo diabetico e non diabetico significative differenze detà, di   sesso e di localizzazione, abbiamo immaginato che la condizione dismetabolica fosse causa della scarsa risposta antalgica.   In nessuno dei non-responders, poi, si è evidenziata una   neoplasia solida o liquida e nessuno dei paziente   appariva (sottopopolazioni linfocitarie, protidogramma, immunoelettroforesi   e risposta al multitest ) immunodepresso.  
Molte   ricerche documentano una condizione neuropatica mista,   sensitivo-motoria ed autonomica nel soggetto   diabetico. I lavori più ampi e documentati (mediante immunoistochimica) rilevano una riduzione del polipeptide P   ed un incremento precoce seguito da riduzione sia del VIP che del peptide correlato con il gene della calcitonica (CGRP) [15].   Tali sostanze sono connesse con la nocicezione ed il   controllo autonomico.  
Le   variazioni si correlano con i valori glicemici e, principalmente, con la durata   complessiva del diabete. Si può quindi presumere che la scarsa risposta alla   stimolazione antalgica agopunturistica sia legata,   almeno in parte, alle modificazioni peptidiche in sede   cutanea. Lagopuntura risulta efficace nelle polineuropatie dei pazienti HIV, forme sensitivo-motorie   assonali diverse come fisiopatologia dalla condizione   diabetica [16]. 
Si   consideri poi che la polineuropatia diabetica induce   sempre disfunzioni delle fibre autonomiche, che risultano coinvolte nel dolore cronico e potrebbero aggravare   la neuralgia in corso di herpes   zoster. 
In altre   parole potrebbe essere più la disfunzione autonomica   che quella somatica a sostenere le forme di zap in un   certo numero di soggetti diabetici, sia in fase acuta che cronica [17] e questa condizione risultare poco sensibile al   trattamento in agopuntura [18].   In effetti, ricerche condotte in corso di neuropatia diabetica   dimostrano che l’agopuntura è più efficace dei farmaci nelle forme   prevalentemente demielinizzanti e con più gravi segni   clinici ed elettromografici di coinvolgimento   prossimale dei nervi spinali, ma ha scarsa efficacia sulla componente autonomica[19]. 
Secondo   alcuni, in questi casi, potrebbe risultare utile   lagopuntura con elettrostimolazione che  si è dimostrata più efficace dellagopuntura   semplice [20].Andrebbero selezionati sia punti metamerici (allinizio ed alla fine del ramo   interessato, cioè con due aghi uno in paravertebrale e   laltro sullarea anteriore) che non metamerici ad azione antalgica (LI4 (hegu),   SP6 (sanyinjiao)   , BL60 (kunlun),   BL62 (shenmai),   ecc. [21].   Si dovrebbero usare nelle prime sedute alte frequente e poi frequenze basse o   molto basse per produrre dapprima analgesia e successivamente azione neutrofica [22]. 
Bibliografia 
[1] AAVV: Linee Giuda di Terapia,   Supp. a Il Medico dItalia,   Roma, 1995.  
    [2]  Zanussi C.: Breviario terapeutico, Ed. Selecta Medica, Pavia, 2.000.  
    [3] Simpson   J. & Smith   R. (a cura di):   Menagement   Medico, Guida Pratica alla Gestione Aziendale, Ed.   ESIS-BJM, Roma, 1998.  
    [4] Ufficio Controllo   Qualità ASL 04 LAquila: Agopuntura in Dermatologia, Notiziario della Azienda   Unità Sanitaria Locale 04, 2.000, 6: 10.  
    [5] Garattini L.: Introduzione a Herpes Zooster e qualità di Vita di Volpi A. & Munari L.: Emme Edizioni, Milano, 2.000. 
    [6]    Schellock L.E.. Quality   of life in dermatology, Skin Care Today, 1995, 1: 1-10.  
    [7] Di Stanislao C., Bologna G.:   Agopuntura nel trattamento del prurito   senile e della nevralgia erpetica, Pandora, 1999, 1: 12-18 
    [8] Cracolici F., Andreano N., Brotzu   R., Montefiore I., Baccetti   S., Di Stanislao C.: Nostre esperienze nel trattamento del prurito sintomatico o   difficile in agopuntura, Yi Dao Za Zhi, 2000, 14: 6-10.  
    [9] Griffiths V.:   Acupuncture and Chinese herbs for the treatment for dermatological problem,   Aust. J.,Holist. Nurs., 1998, 5(1):44-46. Illiev   E.: Acupuncture in dermatology, Clin. Dermatol., 1998, 16(6): 659-688.  
    [10] lliev E.: Acupuncture in dermatology, Clin. Dermatol., 1998, 16(6): 659-688. 
    [11]  Spreafico P.: Contributo allo studio dell’applicazione   dell’agopuntura tradizionale cinese nella sindrome pruriginosa degli emodializzati per insufficienza renale cronica terminale,   Riv. It. D’Agopunt., 1991, 70: 29-32. 
    [12] AAVV: Libro   Bianco sullAgopuntura e le altre metodiche terapeutiche della tradizione estremo-orientale, d. SIA/CEA, Milano, 2.000.  
    [13] Di Stanislao C.: Prurito   psicotico in paziente anziana con disturbi percettivi, Riv. It. DAgopunt., 2.000, 98: 59-66. 
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    [20] FISA: Agopuntura. Evidenze   cliniche e scientifiche, aspetti legislativi e   diffusione, Ed. Casa Editrice Ambrosiana, Milano,   2.000. 
    [21]  De-hui, Rui-fen X., Wang N.: Manuale di Dermatologia in Medicina Tradizionale   Cinese, Ed. Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 1997.  
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