Quando viene il momento di spostarsi, per evitare in seguito spiacevoli
inconvenienti è meglio osservare alcuni semplici accorgimenti.
Le informazioni che troverete nel seguito valgono sia per una casa presa in
affitto, sia per una nuova casa che stiamo acquistando, ma è chiaro che in
quest’ultimo caso sono più determinanti.
È
abbastanza ovvio che sia molto più impegnativa la compravendita di un immobile
piuttosto che cambiare i locali in affitto.
Sostanzialmente si possono presentare tre casi: si acquista una nuova casa
ancora in costruzione; una vecchia casa da ristrutturare o un’abitazione più o
meno recente, ma ristrutturata. Di solito quest’ultimo caso è quello
dell’affitto.
Se si sceglie di acquistare una casa in costruzione, formula abbastanza
comune in questi tempi, si ha maggior possibilità d’intervento. Di solito si
trovano complessi più o meno grandi di ville mono, bi e quadrifamiliari con
un’area esterna comune, che può essere un cortile, un giardino o entrambi.
In questo caso è importante fare attenzione ad una serie di aspetti, insistendo
per avere una risposta chiara e precisa, possibilmente documentata, da chi ci
sta proponendo l’acquisto. Ricordate che il venditore non fa il vostro interesse
ma il suo, quindi tenderà a farvi notare tutti i lati positivi, tacendo su
quelli negativi…
Per
prima cosa occorre informarsi sull’uso cui era destinato il terreno utilizzato
prima dell’inizio dei lavori. Era un prato, un bosco? C’erano vecchie
costruzioni, che sono state abbattute? Devono essere assolutamente evitati
complessi costruiti su ex cimiteri, spostati o “bonificati”, come si dice
scherzosamente al giorno d’oggi. Magari qualcuno sorriderà sentendo queste cose,
ma nella pratica si vedono troppe case di questo tipo i cui occupanti presentano
patologie gravi, anche a livello psichico (depressioni gravi, indolenza,
mancanza di interesse, disturbi cronici…).
Nello stesso modo devono essere evitate le case costruite su resti di chiese
(anche se sconsacrate), cripte, templi, mattatoi, prigioni, luoghi maledetti,
etc. (anche se gli edifici sono stati demoliti). Molto pericolosi i campi di
battaglia, soprattutto se la battaglia risale a meno di 1500 anni fa.
Informatevi presso qualche conoscenza locale, in grado di fornire informazioni
valide sul territorio.
Ugualmente, fare attenzione se la casa è stata costruita su un terreno
precedentemente utilizzato da una ditta molto inquinante (acciaierie,
lavorazione di prodotti chimici e vernici, etc.). Ricordiamoci che queste ditte,
ai tempi della loro massima attività (1930-1970), non facevano certo attenzione
all’ecologia. Non è così raro che rifiuti tossici siano stati sotterrati, anche
in profondità, e muovendo il terreno con le ruspe riemergano in tutto o in
parte. In genere, comunque, anche senza arrivare a questi casi limite, il
terreno risulta fortemente inquinato, e ciò si vede anche dalla vegetazione che
cresce in questi posti: stentata, asfittica, spesso con deformazioni innaturali.
Alcuni gas risalgono dal sottosuolo e possono penetrare nelle abitazioni nel
giro di anni, passando dalle cantine. Sono sicuro che nessuno desidera abitare
in un terreno di questo tipo, anche se i rifiuti fossero a 10 metri di
profondità!
Bisogna
anche stare attenti che nelle vicinanze non passi un grosso fosso o una bealera,
interrati o canalizzati per comodità e/o motivi "estetici". In questo caso
bisognerà aspettare le prime forti piogge per sapere se le cantine corrono il
rischio di essere allagate o se ci sono problemi di risalita con le fognature,
soprattutto ai piani bassi.
Evitare assolutamente i complessi costruiti nell’invaso di un fiume; a parte
il fatto che siano più o meno legali, esiste un limite di tolleranza di 150 m ai
lati di un corso d’acqua in cui NON bisogna costruire. Escludeteli
immediatamente. Comprare in questi luoghi significa essere certi che nel giro di
dieci anni si subirà un’alluvione più o meno grave. Oltre a mettere in pericolo
la vita ed i beni di chi vi abita, queste abitazioni sono un vero scempio nei
confronti della natura. È una delle follie di costruttori moderni che sono in
tutto e per tutto dei criminali. Per di più, intorno al fiume scorre una grande
massa d’acqua sotterranea (quindi anche sotto la casa), con effetti
imprevedibili per la salute. Si evitino comunque depressioni a livello più basso
di un fiume adiacente, anche se a più di 150 metri di distanza.
È anche molto importante evitare abitazioni costruite in depressioni
(indipendentemente dai corsi d’acqua), su laghi interrati (soprattutto nelle
grandi pianure), in vicinanza di acqua putrida o marcescente, in zone paludose
recentemente bonificate. Insomma, tutti quei luoghi dove, guarda caso, i nostri
avi non si sarebbero mai sognati di costruire!
Una
volta che abbiamo ottenute queste informazioni, passiamo ad esaminare che cosa
c’è nelle vicinanze, o meglio, che cosa possiamo vedere dalla nostra (futura)
abitazione. Anche qui bisogna evitare di vedere, da qualsiasi parte - ma
soprattutto dalla facciata - cimiteri, discariche, acqua marcescente, grandi
ditte rumorose e puzzolenti, chiese abbandonate o in decadenza, ruderi,
prigioni, mattatoi, caserme e simili. La presenza di questi elementi nel
paesaggio crea una depressione energetica. Verificare che si goda di una visuale
ampia; le linee elettriche devono stare ad una distanza minima di 500 metri,
anzi molto meglio se non sono per nulla visibili dall’abitazione.
Infine
si passa alla struttura dell’abitazione. Purtroppo, al giorno d’oggi la quasi
totalità delle case è costruita in cemento armato, un materiale “morto”. Il
legno, la pietra ed i mattoni sono più adatti all’uomo. Inoltre, non è vero che
il cemento armato è il più solido (altrimenti come avrebbero fatto a resistere
ai terremoti chiese e palazzi che ora hanno più di mille anni?) e nemmeno quello
con la durata più lunga (al massimo dopo 130-150 anni una casa in cemento armato
deve essere comunque abbattuta).
Bisogna innanzitutto assicurarsi che l’armatura in ferro sia messa a terra
(cosa che non interessa minimamente ai costruttori). Ciò significa che se
l’armatura è solidale (ad esempio i ferri sono saldati o almeno legati con filo
metallico) è sufficiente una buona messa a terra con corda di rame lunga alcuni
metri e uno o due picchetti alla fine. Se invece l’armatura è divisa in parti
che non hanno contatto tra loro occorre mettere a terra ogni segmento. La messa
terra scarica tutte le correnti parassite indotte dalle elettrificazioni
presenti internamente ed esternamente (ad esempio i tralicci) alla casa. In ogni
caso l’armatura crea una “Gabbia di Faraday” isolando l’interno dall’attività
elettrica naturale esterna. Questo è un ulteriore motivo che fa ritenere il
cemento armato incompatibile con l’uomo.
Se mancano ancora gli impianti, curare che i fili ed i tubi non siano
sistemati tutti insieme (luce, acqua, gas, acqua dell’impianto di
riscaldamento). Si creano infatti interferenze e scambi d’informazione.
Possibilmente, fare incrociare i vari tubi il meno possibile e, dovendo farlo,
posizionare gli incroci in zone dove nessuno sosterà a lungo (ad esempio porte,
angoli…).
In camera, evitare qualsiasi tipo di passaggio (soprattutto tubi dell’acqua)
sotto al letto. Fissata la posizione della porta e delle finestre, non è
difficile intuire dove potrebbe essere posizionato il letto; da ciò si può
decidere il tracciato dei tubi. È anche molto importante evitare che passino
tubi dell’acqua esattamente dietro la testata del letto. L’impianto elettrico in
stanza da letto non va progettato a circuito ma a stella; con questo semplice
accorgimento si evita le creazione di un campo magnetico supplementare
all’interno della camera. Non è male utilizzare materiali fonoassorbenti o
isolanti termoacustici, che spesso sono anche isolanti elettromagnetici.
Se
invece si trasloca in un’abitazione più vecchia, o comunque già abitata
precedentemente, è buona norma informarsi sullo stato di salute di chi ha
abitato prima noi; chiedere per quali motivi è andato via; informarsi sulla
storia dell’immobile, se ci sono stati eventi particolarmente significativi e/o
traumatici. È molto importante sapere se ci sono stati suicidi o morti violente;
oppure lunghe degenze di persone anziane con malattie gravi, seguite da morte.
In questi ultimi casi è importante effettuare una pulizia energetica degli
ambienti piuttosto decisa, sperando che sia sufficiente. Spesso bisogna
insistere per ottenere queste informazioni: occorre dimostrare tenacia ed avere
voglia di andare fino in fondo. Cercate di risalire il più indietro possibile
nella storia dell’abitazione, e pian piano tutti i particolari che acquisirete
verranno a formare un puzzle. Chiedete se le persone prima di voi stavano bene,
che tipo di persone erano, cosa facevano, che cosa pensavano della casa. Se è
successo qualcosa di strano, facilmente incontrerete delle reticenze sospette
che non faranno altro che indirizzarvi sulla strada giusta.
In ogni caso, appena entrati in possesso dell’abitazione, è comunque
consigliabile effettuare una bella pulizia degli ambienti. Concludo con la
saggezza dei nonni: una mia amica che cercava casa in campagna, visitando una
cascina ha conosciuto la vicina ottantenne che le ha detto: “la compri
signorina, questa è una casa sana, non c’è mai morto nessuno…”.
A cura di:
Stefano Vettori
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