Avviamo una collaborazione con il Centro Ricerca Cetacei, che si occupa di
ricerca e salvaguardia di delfini e balene nei mari italiani. I delfini sono
sempre stati nel tempo un simbolo di benessere ed equilibrio, non a caso i più
recenti studi del Centro Ricerca Cetacei mostrano l’efficacia della "Dolphin
Therapy" al naturale, ovvero l’osservazione dei delfini che nuotano
liberi in mare.
Una chiave in più per il benessere e l’equilibrio psico-fisico, che vi forniamo
seguendo l’imbarcazione del Centro nelle aree marine naturali più affascinanti.
Questione di pelle
Sin dall’antichità il delfino ha suscitato nell’uomo sentimenti di
simpatia. Tra uomo e delfino esiste una sorta di “amicizia di pelle” dovuta
probabilmente all’aspetto elegante ed allegro di questo animale. I delfini sono
infatti dotati di un perenne sorriso che fa da cornice alla loro estrema
eleganza e che li rende assai affascinanti agli occhi degli uomini. Il corpo
affusolato e slanciato è perfettamente adattato alla vita nell’acqua. La pelle,
particolarmente liscia, è sottoposta ad una costante esfoliazione che permette
di ridurre al minimo l’attrito con l’acqua. Inoltre la secrezione di sostanze
oleose aumenta l’idrodinamicità di questi magnifici animali rendendo il corpo
argenteo o dorato sotto i riflessi del sole. Non deve stupire quindi il fatto
che il delfino, animale sorridente, dallo sguardo vivace e dalla pelle liscia e
lucente sia stato visto in tutte le epoche come una creatura divina in grado di
proteggere gli uomini dal pericolo.
L’amicizia dei delfini
“Non ha paura dell’uomo come di un essere estraneo, viene incontro
alle imbarcazioni, gioca e salta tutt’intorno, gareggia anche in velocità con
esse e, benché procedano a gonfie vele, le sorpassa” così, duemila anni fa,
Plinio il Vecchio descriveva il delfino.
Sin dall’età classica i delfini hanno rivestito un ruolo fondamentale nella
fantasia dell’uomo suscitando spesso sentimenti di simpatia, grazie anche alla
particolare forma del loro rostro che dona loro una sorta di continuo sorriso.
Chiunque abbia provato l’emozione di un incontro in alto mare con i delfini
conosce bene l’entusiasmo e la curiosità che questi mammiferi mostrano nei
confronti di noi umani. L’allegria e la vivacità con cui si avvicinano alle
imbarcazioni giocando con l’onda di prua, la capacità con cui instaurano
rapporti con gli esseri umani e la grande socialità sono caratteristiche che
difficilmente si riscontrano in altri mammiferi selvatici.
Chiunque abbia provato ad avvicinare una volpe, un cerbiatto o un semplice
scoiattolo ha ben presente la difficoltà ed i sotterfugi necessari per
avvicinare questi animali anche solo per un istante. Con il delfino non è così:
l’incontro con questi animali assume spesso tutte le peculiarità di uno show, il
delfino si mostra spesso in tutta la sua spettacolarità esibendosi in tuffi,
salti, piroette degne del protagonista di un balletto.
Alla base di questa differenza comportamentale vi sono la curiosità e la
radicata socialità di questi animali che si concretizzano nell’amicizia.
I Cetacei infatti, ed i delfini in particolare, sono dotati di un forte senso
della comunità, che si esplica spesso in atti di altruismo. Sovente accade che
un esemplare aiuti un compagno in difficoltà sospingendolo in superficie per
respirare o accorrendo ad un segnale di aiuto. Sono noti i casi in cui alcune
femmine, denominate zie, assistono la femmina partoriente durante la delicata
fase della nascita del piccolo restando accanto a madre e piccolo sino al
momento dello svezzamento. Spesso inoltre il gruppo si schiera a difesa dei
piccoli più deboli mettendo a rischi la propria vita pur di difendere i giovani.
Questi atti di altruismo sono manifestazioni di legami forti che si instaurano
tra gli individui di una stessa specie ma spesso l’altruismo dei delfini supera
le barriere delle specie e si manifesta anche nei confronti degli esseri umani.
Sono ben documentati gli atti in cui alcune popolazioni di delfini collaborano
deliberatamente all’attività di pesca da parte dell’uomo, portando ad ottimi
risultati. Una testimonianza è portata dagli aborigeni australiani che pescano
regolarmente i cefali grazie all’attiva cooperazione dei delfini. Non mancano
inoltre i casi di naufraghi in difficoltà salvati da esemplari di delfini,
ricordiamo il caso di un giovane surfista di Sydney che venne attaccato da uno
squalo e in suo aiuto accorse un gruppo di delfini permettendogli di raggiungere
la riva.
Il delfino risulta essere quindi un animale simbolo di valori positivi quali
l’altruismo e l’amicizia, valori che questo animale dimostra nei confronti
dell’uomo.
Nelle loro manifestazioni di gioco, nei loro spettacolari salti, nell’assenza di
diffidenza nella loro curiosità c’è un messaggio di comunicazione e di amicizia
destinato all’uomo: dobbiamo solo leggerlo.
La Banca dati Europea dei Cetacei, denominata CEB e fondata dal Centro Ricerca
Cetacei è finalizzata al monitoraggio e censimento di delfini e balene del
Mediterraneo. La CEB, avvalendosi del metodo della fotoidentificazione, crea una
sorta di carta d’identità associata a ciascun delfino e balena. la pinna dorsale
dei delfini infatti è simile alle nostre impronte digitali: il suo profile è
unico e caratteristico di ogni singolo individuo. La foto della pinna dorsale ci
permette quindi di riconoscere gli individui e raccogliere le informazioni
necessarie per valutare la popolazione, la distribuzione, i fattori di rischio,
gli studi specifici e gli interventi di salvaguardia per i Cetacei del
Mediterraneo. L’attività di ricerca in mare è sostenuta da sponsor privati come Suntek e Italmarine. Le coste italiane vengono suddivise in aree e subaree di
poche miglia quadrate (1 miglio nautico = 1852 metri). All’interno di queste
aree i ricercatori del Centro svolgono una costante attività di monitoraggio e
raccolta dati. Partecipa anche tu all’attività del Centro seguendo le iniziative
dei ricercatori e scaricando la guida Argonautica che ti permetterà di
contribuire in prima persona alla Banca dati Europea dei Cetacei.
Visita il nostro sito
www.centroricercacetacei.org o chiedi maggiori informazioni a
info@centroricercacetacei.org
Quali sono i Cetacei del Mediterraneo?
L’immaginario comune identifica i delfini e le balene come animali
esotici caratteristici di mari ed oceani lontani da noi, in realtà sono assai
più vicini di quanto si possa credere.
Il bacino mediterraneo è infatti regolarmente abitato da una dozzina di specie
di Cetacei che hanno trovato in questo mare le condizioni ideali per trascorrere
la loro vita.
Le acque mediterranee sono frequentate da Misticeti, grandi Cetacei dotati di
particolare strutture cornee dette fanoni utili per filtrare il plancton durante
l’alimentazione, e da Odontoceti, Cetacei dotati di denti che si nutrono di
grandi prede come pesci e calamari.
Tra i Misticeti regolarmente presenti nel Mediterraneo troviamo la Balenottera
minore (Balaenoptera autorostrata) e la Balenottera comune (Balaenoptera
phisalus). Quest’ultima, dopo la Balenottera azzurra è l’animale più grosso
del pianeta, il suo corpo raggiunge infatti la lunghezza di 24 metri con un peso
di 45-70 tonnellate.
Questi Misticeti necessitano di quasi una tonnellata di cibo al giorno. La
presenza di lunghi e fitti solchi golari permette a questi animali di ingoiare
una grande quantità di acqua contenente plancton e piccoli pesci che vengono
filtrati dai fanoni.
Gli Odontoceti nel Mediterraneo sono rappresentati da ben 3 famiglie e dieci
specie.
Il Capodoglio, spesso erroneamente confuso con le balene, è l’Odontocete della
famiglia dei Fiseteridi che detiene il maggior numero di record. Esso oltre ad
essere il più grande, raggiunge i 18 metri di lunghezza, è il migliore apneista,
questa specie può raggiungere i 2000 metri di profondità restando sott’acqua per
oltre due ore.
Il nome Capodoglio indica la caratteristica struttura del capo che rende la
specie inconfondibile. Il suo enorme capo squadrato e compresso, contiene lo
spermaceti un particolare organo composto da sostanza cerose che viene
utilizzato come zavorra durante le immersioni.
Tra le famiglie di Odontoceti presenti nel Mediterraneo la più conosciuta è
certamente quella dei Delfinidi.
Il Tursiope (Tursiops truncatus), tristemente noto per la capacità di
sopravvivere in cattività e divenire star di molti spettacoli, è la specie che
più si avvicina alle coste e per questo motivo è la più soggetta ai rischi e
alle minacce provocate dall’uomo.
La Stenella (Stenella coeruleoalba) è invece un delfino pelagico, che
vive in acque profonde ed è facilmente riconoscibile per la classica colorazione
a fiamma bianca sui fianchi, spesso si esibisce in agili e scenografici salti
sopra la superficie dell’acqua.
Il Delfino comune (Delphinus delphis) nonostante il nome indichi una
grande distribuzione ed abbondanza in realtà, negli ultimi anni, ha subito una
grave riduzione della popolazione. La causa principale di questa diminuzione è
da ricondurre allo sfruttamento per scopi alimentari che si sono protratti sino
agli anni cinquanta.
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