Chi possiede un micio in casa è spesso portato ad adorarlo eccessivamente e a
dargliele tutte vinte a causa del suo atteggiamento compiacente e del suo
sguardo languido, mettendo involontariamente a rischio la sua salute fisica e
psicologica. Gli etologi l’hanno chiamato “rischio umanizzazione”: consiste nel
trattare il proprio animale domestico, persino il felino con la sua tipica
indipendenza, come se fosse un bambino, con tutti i benefici, ma anche i rischi
del caso. In un Paese a natalità zero, è infatti aumentata vertiginosamente la
presenza di gatti nelle nostre case. In misura maggiore rispetto ai cani, perché
più facili da curare, meno dispendiosi e quasi totalmente indipendenti. Secondo
il Rapporto Italia dell’Eurispes, sono ben sette milioni e mezzo i gatti che
popolano le case italiane, due milioni in piu’ solo negli ultimi cinque anni. A
supplire, a volte, mancanze affettive e la carenza di tempo da dedicare ai
propri cari “umani”.
Come offrire dunque al nostro micio una vita felice e sana e trarne di
conseguenza tutti gli indubbi benefici che la sua presenza in casa comporta?
IAMS, marchio leader nel pet-food, ha chiesto la collaborazione di Giorgio Celli,
etologo di professione e gattofilo per passione, per stilare un “gattalogo”,
un vero e proprio prontuario per il benessere del gatto. Gli elementi
portanti? Una dieta equilibrata, personalizzazione della casa e tanto, tanto
affetto disinteressato.
Questi consigli vogliono essere non solo un aiuto per i proprietari di gatti, ma
anche uno stimolo ad individuarne altri. IAMS infatti pubblicherà il
“gattalogo” sul sito www.iams.it,
invitando i gattofili a suggerire nuovi consigli e a raccontare nuove curiosità
sui loro amici all’indirizzo
iams&you@iams.com oppure chiamando la consumer care line al numero verde
800 390 490. Chi chiamerà entro il 30 giugno potrà anche provare gratuitamente i
nuovi bocconcini in busta monodose da 100 grammi (fino ad esaurimento scorte).
Ma quali sono dunque i consigli per garantire la felicità a mici e padroni?
Ecco
un decalogo stilato secondo dieci categorie che rappresentano in generale il micione che ogni sera si struscia sul divano accanto a noi in un tripudio di
fusa.
1) Il gatto mangione. Stiamo assistendo a una trasformazione genetica. Il
micio, a tavola, si sta trasformando in un animale amante di abbuffate onnivore,
quasi fosse un cane. La conseguenza: sempre più i gatti a rischio obesità, come
già accade nei paesi anglosassoni dove sono nate beauty farm per gli animali
domestici. Una specie di borsa sotto la pancia è indice che è ora di mettersi a
dieta, come spiega il Professor Celli: “Ricordiamoci che il gatto è un predatore
esclusivo. Una dieta equilibrata, mirata soprattutto sulle proteine animali, è
il suo menu ideale”. Il pasto è anche un momento di scambio tra gatto e padrone,
che può essere sfruttato per rafforzare la relazione, godendosi coccole e fusa.
2) Il gatto acrobata. E’ insito nel suo DNA: basta una ringhiera o un
tetto in pendenza e il vostro gatto vi ci salterà con grande nonchalance. A
rischio della sua incolumità e dei vostri nervi. “Guardatevi bene dall’urlargli
dietro - spiega Celli - perché il gatto, preso di sorpresa, potrebbe mettere uno
zampino in fallo”. Attenzione a lasciare le finestre aperte quando non siete in
casa, non si sa mai in quali perigliose avventure potrebbe addentrarsi.
Piuttosto, specie se l’appartamento è piccolo, fate in modo che possa
arrampicarsi agevolmente sui pensili per osservare il mondo dall’alto, oppure
lasciate aperta una scala pieghevole: sarà entusiasta della novità e sfogherà le
sue energie salendo e scendendo di corsa ripetutamente, per poi accoccolarsi sul
gradino più alto, da cui dominerà il suo mondo domestico.
3) Il gatto predatore. Alzi la mano chi, con orrore, ha dovuto
raccogliere dallo zerbino un povero uccellino spaventato o una lucertola dalla
coda mozzata. Sbagliato prendere a male parole il nostro gatto. L’istinto della
caccia è l’ultimo simulacro di quel cordone ombelicale che lo lega al suo
passato di predatore. Troppo abituato a trovare la ciotola piena di cibo, il
nostro gatto va invece esortato a non dimenticare questa sua caratteristica
atavica che, da una parte, lo aiuta a essere indipendente e dall’altra non
altera quell’alone di mistero che lo rende unico e così affascinante.
4) Il gatto intruso: succede che il gatto, d’improvviso, si metta a
marcare l’appartamento con spruzzi d’urina. “Cos’è successo? E’ forse impazzito?
La causa è di una esemplare semplicità” spiega Celli: è subentrato un nuovo
gattino, magari raccolto per strada. Il risultato? Il gatto firma con l’urina i
confini della sua proprietà. La soluzione: valutare bene il carattere del
proprio gatto prima di affiancargli un compagno che potrebbe non essere gradito,
e se proprio la convivenza risulta impossibile, inviare il nuovo ospite da
qualche amico. Meglio non il nostro, perché dopo tutto, “i vecchi amici sono
sempre i migliori”.
5) Il gatto melomane. Debussy o Ravel? Non è uno scherzo. I gatti amano
spesso la musica, meglio se classica. Tant’è che radio e tv diventano un
antidoto alla solitudine, se proprio dovete lasciarli soli! Dopo tutto, un po’
di musicoterapia serve a preparare psicologicamente i simpatici miciotti che la
sera saranno chiamati ad alleviare con le loro fusa il vostro stress quotidiano.
6) Il gatto d’appartamento. “Gli esercizi ludici servono agli animali per
addestrarsi alla vita. Il bravo padrone - ricorda Celli - ha il dovere di
offrire ai suoi mici delle possibilità di giocare con una pallina o un topolino
meccanico”. Per il padrone di un gatto d’appartamento il gioco diventa un dovere
morale: animate ludicamente il vostro rientro, magari giocando a nascondino.
Impazzirà nel tendervi agguati e farsi rincorrere per tutta casa!
7) Il gatto panettiere. Un rumore di fusa, le zampine che ritmicamente si
muovono sulla vostra pancia ed ecco che il micio inizia a fare il pane. Un gesto
antico, che il micino impara prestissimo e che mette in opera sulla pancia della
mamma, per favorire la produzione di latte e rafforzare il legame. Ora tocca al
padrone assumere idealmente quel ruolo, occupandosi del nutrimento e della
pulizia del cucciolotto ormai cresciuto, che testimonia questa identificazione
attraverso “il gesto del pane”. Ricordiamoci però di non esagerare, stiamo
parlando pur sempre di un felino e non di un essere umano.
8) Il gatto terapeuta. “E’ stato supposto che le fusa promuovano nei
nostri mici la secrezione spontanea di endorfine, che sono delle molecole di
origine organica destinate ad attenuare il dolore o a sedare lo stress” spiega
Celli. E la sensazione di benessere del vostro gatto contagerà anche voi, come
un tranquillante che ha il vantaggio di non avere effetti collaterali.
Concedetevi dunque ogni giorno una bella seduta di coccole, sempre dietro il
benestare del vostro gatto. Ne trarrete beneficio voi, la vostra famiglia e
perfino i colleghi di lavoro!
9) Il gatto magico. “Immaginatevi un gatto nero che vi osservi
dall’angolo in penombra di un cortile: i suoi occhi sembrano quelli di una
creatura incorporea, si potrebbe congetturare che siano due oblò aperti sulle
fiamme dell’inferno”. Così Celli dipinge poeticamente una delle caratteristiche
del gatto che più incutono
timore. Come facilitare il contatto tra il micio e un
vostro amico o parente che vuole tenersi a distanza? Allergie a parte, lasciare
che il vostro gatto lo studi, avvicinandosi pian piano, con discrezione, e
annusandolo. E fate osservare all’amico la sua eleganza nei movimenti, che non
può che suscitare ammirazione in chi ha un minimo di sensibilità estetica.
10) Il gatto utile: 500 ratti consumano e inquinano in un anno 200
tonnellate di cibo. Ed è proprio il gatto il loro peggior nemico in natura,
nostro alleato da secoli nella caccia al topo. Anche i gatti randagi hanno una
loro utilità, anzi, secondo Giorgio Celli “il gatto avrebbe suscitato
l’interesse dell’uomo per ragioni utilitarie, in parole povere, per dar vita a
uno dei primi esperimenti di lotta biologica”. Se amate i gatti, aiutate anche
loro: basta una ciotola piena di cibo, magari quello avanzato dal vostro gattone
ben nutrito, per sfamare una colonia.
Insomma, il gatto è un animale affascinante perché è complesso. Astuto,
indipendente, imprevedibile, altero, ma anche giocherellone. Imparate a
conoscerlo e a rispettarlo, nutrendolo bene e senza pretendere nulla in cambio.
Il gatto non si addomestica, ma si accetta per quello che è, perché proprio
nella sua inafferrabilità risiede il suo fascino. Da questi presupposti nascono
relazioni appaganti, che sono anche un’ottima palestra per saper dialogare e
confrontarci nel quotidiano con le persone che ci circondano.
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