Da una ricerca Demoskopea per Henkel Italia/Dixan emergono nuove tendenze e
nuovi orientamenti educativi: cambiano l’approccio verso i figli e la qualità
delle relazioni familiari.
Per il 51% dei genitori italiani, di età compresa tra i 30 ed i
55 anni, con figli tra gli 0 ed i 14 anni, uno dei problemi principali nel
rapporto con i figli e nella loro educazione è rappresentato dalla difficoltà di
farsi ascoltare cui segue la mancanza di rispetto del loro ruolo (il 41%), quasi
come se la figura di genitori stesse perdendo autorità.
I problemi di comunicazione si accentuano là dove l’età critica dei figli (11-14
anni) porta a scontri più accesi tra le generazioni. Per poco più di un terzo
dei genitori (il 35%) risulta sempre più difficile trovare il tempo di parlare
ai figli e di trascorrere del tempo con loro. Senza dubbio il fatto di lavorare
entrambi limita il tempo a disposizione, soprattutto in coincidenza con le
attività sportive ed extrascolastiche dei ragazzi.
E’ il quadro allarmante che emerge da una ricerca realizzata da Demoskopea e
commissionata da Henkel Italia/Dixan con l’obiettivo di studiare il ruolo della
famiglia oggi ed il rapporto genitori/figli alla luce dei cambiamenti
socio-culturali ed economici che hanno interessato la società negli ultimi anni
trasformando profondamente abitudini e stili di vita degli italiani.
La famiglia resta il “luogo educativo” nel quale si gettano le basi per il
processo di integrazione sociale che i figli sperimentano all’interno della
comunità e delle istituzioni. Oggi più che mai la famiglia è al primo posto tra
le poche certezze dei giovani che vedono svanire ed indebolirsi molti punti di
riferimento quali lavoro, amicizia, sentimenti.
Ma cosa significa per i genitori di oggi educare? Quali sono le maggiori
difficoltà che quotidianamente incontrano e quali aiuti ricevono a livello
sociale ed istituzionale?
L’87% degli oltre 500 genitori intervistati ritiene fondamentale nel processo
formativo trasmettere i valori e le regole del vivere civile, l’importanza dello
studio e della cultura personale, l’amore per il prossimo ed il valore della
famiglia.
Il restante 23% reputa prioritario creare con i figli un rapporto di complicità
e comunicazione attraverso l’ascolto e la comprensione dei loro problemi, una
maggiore libertà decisionale e di comportamento, l’amore e la serenità
familiare.
Educare non è un ‘mestiere’ semplice e certamente non è un cammino privo di
ostacoli.
Consapevole della responsabilità sociale di un brand leader come Dixan, Henkel
Italia ne ha voluto definire un ruolo sociale più attivo promuovendo e
sostenendo la pubblicazione del libro “Amare, Vivere, Crescere Oggi”,
fortemente voluto da Fondazione Patrizio Paoletti e da L’Albero della Vita.
Il volume, pubblicato in 100.000 copie, sarà distribuito nei mesi di Dicembre
2004 e Gennaio 2005 all’interno dei fustini Dixan polvere da 45 misurini.
“I genitori spesso ricercano un aiuto all’esterno che, come emerge
dall’indagine, non sempre risulta adeguato” dichiara Giacomo Archi,
Direttore della Divisione Detersivi di Henkel Italia “Attraverso questo
libro, abbiamo voluto fornire un valido aiuto ai genitori di oggi per adeguarsi
al cambiamento dei tempi, avere dei riferimenti integrativi per accrescere nei
loro figli la capacità di interagire con un mondo sempre più grande e complesso,
apprendere nuove metodologie di studio e una modalità di osservazione che gli
permetta di adeguarsi ai nuovi linguaggi cui i ragazzi fanno sempre più
riferimento”.
“Oggi più che mai credo sia possibile una pedagogia innovativa, che si
proponga di insegnare a comunicare in maniera più efficace sia a chi educa sia a
chi viene educato” afferma Patrizio Paoletti, autore del libro e Presidente
della Fondazione Patrizio Paoletti per lo sviluppo e la comunicazione,
associazione no profit impegnata in progetti di utilità sociale rivolti a
bambini ed adolescenti “Una pedagogia che realizzi e ricerchi costantemente
uno spazio neutro fra le due posizioni, un vuoto da colmare con l’obiettivo
comune di ogni relazione: il miglioramento dell’insieme. Per me la pedagogia è
l’arte di fornire una visione più ampia di quella che possediamo.”
A supportare i genitori nel loro compito di educatori e formatori delle nuove
generazioni intervengono generalmente la scuola (per il 70% degli intervisti),
le organizzazioni religiose (36%), la televisione ed i media in generale (26%)
ma anche nonni, ludoteche ed asili nido (oltre il 23%). Assenti o quasi dal
panorama degli aiuti il settore pubblico e le realtà locali.
Ciò che più colpisce è che i medesimi aiuti cui le famiglie si appoggiano in
modo più consistente sono considerati anche i meno presenti o quelli che
necessitano di maggiori interventi migliorativi. Prima fra tutte la scuola,
valutata come inadeguata sia per la preparazione del personale docente che per
insufficienza di strutture.
Anche alla TV è demandata un’importante funzione educativa e di intrattenimento
stimolante e proprio per questo le si chiede di essere adeguata a questa
funzione, aggiornando programmi e approcci e soprattutto prestando particolare
attenzione a ciò che viene mandato in onda.
E per il futuro?
Le aspettative sono molto alte: è vivo il desiderio di sperare per i figli un
futuro in cui la vita sia più serena, ricca di tutto ciò che si è stati in grado
di costruire e di desiderare. I genitori desiderano per i propri figli
soprattutto una buona posizione socio-economica (il 53% degli intervistati), con
un lavoro che soddisfi le loro aspettative ed una famiglia stabile. Il benessere
psico-fisico dei figli valutabile in serenità, felicità e salute è fondamentale
per il 33% dei genitori.
“Da un lato aspettative altissime dall’altro poco tempo da dedicare ai figli,
cattiva comunicazione, ausili inadeguati.” afferma la Dottoressa Patrizia
Pezzullo, sociologa della Fondazione Patrizio Paoletti “Non possiamo quindi
stupirci che molti dei nostri adolescenti manifestino qualche problema”
continua Pezzullo “Questi disagi si manifestano attraverso la tendenza ad
assumere atteggiamenti conflittuali e/o aggressivi, atteggiamenti di chiusura,
una certa incapacità di relazionarsi, desiderio di omologazione, per non parlare
di altre manifestazioni di disagio ancora più gravi quali anoressia, bulimia,
uso di droghe ed alcool.”

Cosa fare dunque: fare appello allo sconfinato amore che i genitori provano per
i propri figli e che i figli provano per i genitori. E’ questo il grande
«segreto»: la forza dell’amore RECIPROCO. I genitori possono e devono
ricordarsi che un atto di amore generò il loro figlio e possono e devono credere
che il figlio li ama e guarda loro come ad un riferimento importante, un rifugio
sicuro. Ascoltare senza giudicare, consigliare facendo riferimento a valori
incarnati e non solo retoricamente predicati. I ragazzi hanno bisogno di limiti
e valori e questi possono essere dettati ed accettati solo se si è intessuta una
sana relazione d’amorevole ascolto reciproco.
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Maria Luisa Paleari -
Germana Mancino
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