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                           La scoperta dell’Ibim-Cnr getta le basi per lo sviluppo di farmaci” 
intelligenti”, in grado di combattere depressione, ansia e tossicomanieSi chiama Mapk e insieme al fattore proteico Egr1 ha un ruolo fondamentale nel 
determinare i comportamenti correlati allo stress. A individuarne la funzione è 
stato l’Istituto di biomedicina e immunologia molecolare (Ibim) del Cnr di 
Palermo che, in collaborazione con l’Iserm di Bordeaux, ha condotto una ricerca 
sui meccanismi molecolari alla base degli effetti degli stimoli stressanti 
sull’organismo.
 
 Ma cosa significa in concreto questa scoperta? “Molte delle conseguenze 
comportamentali dello stress”, spiega Francesco Di Blasi dell’Ibim-Cnr, “sono 
determinate dall’accrescimento dei livelli di cortisone, un ormone che attiva il 
recettore cellulare dei glucocorticoidi. E’ proprio questa variazione ormonale, 
ad esempio, che, in una situazione di stress acuto, facilita il processo di 
consolidamento della memoria associata a un’esperienza. Ed è sempre 
l’alterazione di tale sostanza a provocare, nel caso di uno stimolo stressante 
prolungato, disturbi quali depressione, ansia e tossicodipendenza.
 
 "Finora”, prosegue il ricercatore, “era noto solo che l’aumento dei glucocorticoidi modifica, attivandolo, il recettore di questo ormone. Nulla si 
sapeva, invece, dei meccanismi molecolari alla base di questi processi. La 
nostra scoperta identificando Mapk e Egr1 come target molecolari costituisce un 
fondamentale passo avanti nella comprensione delle dinamiche alla base delle 
reazioni fisiche e psicologiche legate allo stress”.
 
 Lo studio dell’Ibim-Cnr ha utilizzato topi transgenici ai quali, tramite una 
sofisticata tecnologia, è stato inattivato selettivamente il gene del recettore 
dei glucocorticoidi nel solo ippocampo, l’area del cervello che sovrintende, tra 
l’altro, ai processi di apprendimento. Ne è emerso che, inibendo la proteina 
Mapk, viene a ridursi anche la capacità di memorizzazione indotta dai 
glucorticoidi. Un analogo esperimento ha inoltre dimostrato che agendo sulla 
stessa proteina viene a ridursi anche la tendenza alla tossicodipendenza.
 
 Il risultato raggiunto dall’Ibim-Cnr costituisce un importante passo in avanti 
verso la realizzazione di terapie farmacologiche mirate, capaci di agire 
esclusivamente, e quindi efficacemente e con scarsi effetti collaterali, sui 
target molecolari coinvolti nei principali disturbi legati allo stress, in 
particolare ansia, depressione e tossicodipendenza.
 La ricerca è pubblicata nel numero di maggio della rivista "Nature Neuroscience"
 
 Per informazioni:  Francesco Di Blasi  tel. 091/6809514, cell. 
338/8423101  e-mail:
diblasi@ibim.cnr.it  
                    
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