Per la maggior parte delle persone l’obesità è un problema estetico e di
relazione, tanto che i rotocalchi e le riviste settimanali dedicano un numero
sempre crescente di pagine alla descrizione dei diversi interventi dietetici
possibili, ignorando però l’aspetto essenziale del problema: l’obesità è una
vera malattia che può condizionare la qualità e la durata stessa della vita1
2.
Si è detto che l’obesità ha assunto un carattere epidemico nel mondo
occidentale e, in Italia, il 6% della popolazione è obesaI e il 35%
in sovrappesoII, con massima espressione nei soggetti maschi del
Centro-Sud (circa 7.5% e 41% rispettivamente) e minima incidenza nelle donne del
Nord-Ovest (circa 5.9% e 29.5% rispettivamente)3. Nell’obesità la
mortalità cardiovascolare è in netto aumento, il rischio di insulinoresistenza
aumenta di 2.5 volte, lo stesso incremento si registra per coronaropatia,
sleep-apnea, ipelipemia e litiasi biliare, l’incremento di ipogonadismo nel
maschio è di 1.5 volte e notevole il rischio di osteoartrosi, ipertensione,
ipofertilità, ovaio policistico2-3.
L’approccio terapeutico deve essere multidisciplinare, con riduzione
dell’introito calorico4, assunzione di un interiorizzato e
consapevole schema
alimentare, attività fisica varia e costante e supporto farmacologico5.
Abbandonati i farmaci a base di amfetamine ed ormoni tiroidei si impiegano,
oggi, farmaci serotoninengici (Dextrofenfuramina), inibitori della lipasi
gastrointestinali (Orlistat), inibitori selettivi della ricaptazione sinaptica
di monoamine (Sibutramina), stimolanti dei recettori adrenergici
β-3; e neuro-ormoni che agiscono a livello
ipotalamico con inibizione del centro della fame (Leptina)2. Alcuni
fitoterapici, sotto forma di fitocomplessi, possono utilmente essere impiegati
come terapia d’appoggio in corso di obesità6. Rinviando per ulteriori
approfondimenti a testi di fitoterapia7 8 9 10, qui prenderemo in
esame alcuni fitoprincipi che, nella nostra esperienza, si sono dimostrati
maggiormente utili e maneggevoli. Va aggiunto che tali fitocomplessi sono spesso
contenuti in integratori alimentari combinati fra loro e con vitamine, acidi
grassi essenziali e sali minerali6.
Negli Stati Uniti11 nel 1994 è stata promulgata una leggeIII
per il controllo della integrazione alimentare e diversi organismi sanitari
hanno preso una chiara posizione sull’argomentoIV. In Europa la
situazione è più confusa e contraddittoria ed eventi avversi all’impiego di
integratori con fitoterapici possono essere segnalati all’European Scientific
Cooperative on Phytoterapy. Le associazioni Europee
impegnate nel campo della fitoterapia auspicano l’impiego di prodotti in cui si
segnalino i fitoprincipi, il dosaggio, le modalità di preparazione12.
Tali caratteristiche sono elementi centrali della Proposta di Legge (dell’On.
Acierno) per la “Regolamentazione della Fitoterapia”V e del Testo
unico sulle MnC dell’on Lucchese del 14 maggio 2003VI .
Soprattutto piante esotiche usate dalle medicine tradizionali orientali
(Medicina Cinese, Medicina Kampo, Ayuverda), si sono dimostrate in grado di
determinare frequenti reazioni avverse ed impreviste interazioni con farmaci
chimici usati dai pazienti13 14. Un esempio patognomonico è
costituito dall’Ephedra sinica i cui alcaloidi sono in grado di ridurre la fame
soprattutto se associati a caffeina ed Iperico. Tuttavia essa determina
incremento della frequenza respiratoria e cardiaca e della pressione arteriosa,
sicché va usata a dosaggi bassi, sotto controllo medico e per brevi periodi15
16. Molte piante presenti in integratori di largo impiego (Rodiola,
Psillio, Guar, ecc.), inoltre, sono prive di reale fondamento scientifico17
18.
Aphanizomenon flos-aquae19
20.
Si tratta di alghe verdi-azzure di
cui la principale è l’Alga Klamath, che cresce spontaneamente in Cina in laghi
vulcanici. Ben 61 lavori fra il 1968 ed il 2003 sono elencati su Medline circa
le caratteristiche botaniche e le indicazioni cliniche relative alla
Aphanizomenon Flos-Acquae. Gli studi più interessanti riguardano la
normalizzazione della funzione microcircolatoria, l’attivazione dei monociti
uman, la stimolazione dell’attività immunostimolante (11), la riduzione
dell’assorbimento degli acidi grassi. Si ritiene, inoltre, che l’indice di
efficacia vari a seconda delle specie e del luogo da cui esse sono prelevate e,
infine, che sia principalmente la componente polisaccarida responsabile della
riduzione della lipemia. La dose di attacco è di 5-10 g/die; quella di
mantenimento (per periodi anche di vari mesi) di 2-5 g/die. Si impiegano di
prevalenza in obesi dislipidemici con difetti immunitari come, d esempio,
infezioni a ripetizione a livello tegumentario.
Amorphophallus konjak 2, 17
E’ un’Areacea contenente, nelle radici, una grande quantità di glucomannano: un
policasaride solubile in acqua, che crea masse vischiose nello stomaco le quali,
rallentando lo svuotamento gastrico, inducono senzo di sazietà. La capacità di
ringonfiamento del glucomammano è influenzata dal pH ed è massima nell’ambiente
acido gastrico. La grossa massa formata in sede intestinale rallenta, inoltre,
l’assorbimento sia di glucidi che di lipidi. Se assunto in dosi elevate il
konjak può indurre dispepsia e disturbi intestinali diffusi, soprattutto se
l’ingestione totale d’acqua giornaliera è sotto il litro. L’impiego di farmaci
antiacidi (gel colloidali, inibitori dei recettori H1 o inibitori della pompa)
ne riduce l’effetto.
Arancio
amaro7, 15
Il Citrus aurantium varietà amara è un albero sempreverde delle Rutaceae,
coltivato nell’intera area mediterranea. L’arancio amaro contiene alcune amine
biogeneVII che sono proposte per favorire il dimagrimento, in quando
in grado sia di stimolare la lipolisi adipocitaria, sia la termogenesi
(attivazione del metabolismo basale e dei processi esotermici) a causa di
un’incisiva azione sui recettori β3-adrenergici.
Tuttavia l’impiego non deve mai superare i 750 mg/die di droga titolata al 4%VIII.
Con dosaggi superiori sono, infatti, possibili aritmie cardiache e puntate
ipertensive.
Cetraria
islandica 7,11
Si tratta di un lichene il cui tallo è ricco in mucillageni che riducono lo
svuotamento gastrico ed inducono sazietà senza fenomeni irritativi a livello
mucosale. Il fitocomplesso regolarizza l’alvo e la flora intestinale ed è quindi
indicato nelle obesità con disbiosi e stipsi ostinata. Il principio, che si
adopera in tintura, estratto fluido e decotto, è in grado di interferire con
l’assorbimento intestinale di vari farmaci.
Fitoestrogeni 2
Gli isoflavoni della soia sono in grado di contrastare la cosiddetta obesità
distrettuale ginoide di donne in menopausa. I prodotti standardizzati contengono
almeno il 40% di isoflavoni. Il dosaggio giornaliero è di 100-200 mg. Possono
incrementare il rischio di tumori maligni estrogeno-dipendenti. Sono da
riservarsi alle obesità ginoidi menopausali. E’ imprudente l’uso in donne con
varici o sofferenti di cefalea vasomotoria.
Fucus vescicolus
E’ un’alga bruna della famiglia delle Fucaceae, utilizzata in decotto, tintura
madre, estratto fluido e secco ed anche in prodotti per uso topico. E’ molto
ricca in iodio organico, acido alginico, laminaria, fucoiodano e sali minerali.
La presenza di iodio stimola la tiroide ed eleva il metabolismo basale. Il
farmaco è controindicato nei cardiopatici, negli ipertesi ed il suo uso dovrebbe
essere riservato ai soggetti con ipotiroidismo. L’uso di Fucus non dovrebbe
superare le 5 settimane continuative. Inoltre la purezza della pianta andrebbe
sempre valutata con attenzione, in quanto è facile la contaminazione con metalli
pesanti. Va aggiunto, inoltre, che il Fucus aggrava le condizioni acneiche ed
incrementa l’azione di farmaci anticoagulanti.
Garcinia cambogia15
Si tratta di un albero di media grandezza originario del Sud-Est asiatico, i cui
frutti essiccati sono ricchi di acido idrossicitrico, inibitore dell’enzina
ATP-citriolasi, essenziale nel metabolismo dei grassi. Il costo del principio è
elevato e la documentazione scientifica ancora molto scarsa.
Gingko biloba6,9
Di questa pianta originaria del Giappone si usano soprattutto le foglie. Queste
sono ricche di Ginkgolide A, B e C, Acido Ginkgolico, Quercitina e Kempeferolo.
Ha dimostrato vantaggi nella terapia della obesità attraverso un miglioramento
del tono dell’umore e la compliance. Si ritiene che svolga azione
simpaticomimetica, di normalizzazione del metabolismo lipidico, sui
neurotrasmettitori implicati nel controllo ipotalamico della fame e della
sazietà, ma anche vasoregolatrice e venotropa. Gli estratti standardizzati usati
nelle sperimentazioni contengono il 24% di flavonoidi ed il 6% di gingkolidi.
Essi sono privi di acido ginkgoligo ed il dosaggio giornaliero è di 120-240 mg/die.
Nell’obesità la durata di trattamento deve essere di almeno otto settimane.
Occorre essere prudenti nelle associazioni con antiaggreganti ed anticoagulanti.
Hypericum
perforatum 2,11-12
Detta anche Erba di S. Giovanni, è un fitocomplesso che modula diversi
neurotrasmettitori cerebrali ed influenza positivamente il comportamento
cerebrale dell’obeso. Si usano le sommità fiorite, ricche di Ipericina, Olii
volatili, Resina, Tannini e Flavonoidi. Il farmaco, titolato in preparati
standardizzati con 0,3% di ipericina e 50% di flavonoidi, svolge azione
dopaminergica, serotoninergica ed andidepressiva. L’ipericina è responsabile
della fotosensibilità, mentre l’azione antidepressiva è legata ai flavonoidi.
Queste anticianidine provvedono all’integrità del tessuto connettivo e svolgendo
attività antiossidante Se ne sconsiglia l’uso in estate e in soggetti dal
fototipo chiaro (possibile fotoallergia o fotosensibilizzazione). E’
controindicato in gravidanza ed inibisce l’azione di alcuni farmaci
antiretroviraliIX. L’assunzione di iperico, inoltre, prolunga in modo
imprevedibile l’effetto degli anestetici e dei farmaci narcotizzanti. E’
possibile un’interazione con la Sentralina (sindrome serotoninergica con rusch,
tachicardia, crisi dispnoiche, ecc.) e con la teofillina (incremento della
concentrazione plasmatica della stessaX). Da usare negli obesi
ansiosi, con attacchi invincibili di fame e sotto stretto controllo medico.
L’uso è potenziato dall’impiego di cibi ricchi di flavonoidi, come mirtilli,
ciliegie e uva rossa.
Ilex
paraguaniensis 17-18
E’ detta matè, appartiene alla famiglia delle Aquifoliaceae e contiene buone
tracce di caffeina (0,2-2%), flavonoidi, tannini e terpeni. Si beve in infuso
nella caratteristica "bombilla", piccolo apparecchio filtrante costituito da una
parte forata, solitamente d’argento, fornita di un piccolo tubicino di bambù o
d’argento, che ha funzione di aspirare il liquido. Va posta attenzione all’uso
simultaneo con farmaci contenenti caffeina (vari analgesici ed antiemicranici) e
in persone con disturbi psichiatrici. Sconsigliata l’associazione con
Eleuterocco e Ginseng e l’impiego in cardiopatici ed ipertesi. L’uso prolungato
causa (per azione della caffeina), tremori, irritabilità, insonnia,
extrasistoli, cefalea. L’alto contenuto in tannini determina riduzione
nell’assorbimento di ferro, rame e zinco, con ripercussioni sull’emopoiesi e sul
sistema immunitario. Il suo uso è sconsigliato in gravidanza e durante
l’allattamento.
Olio di Borragine1-2, 8
Grazie all’alto contenuto di Acido Gamma-aminolinoleino è in grado di favorire
la sintesi di numerose prostaglandine della serie PGE1, con attività
antiaggregante, vasodilatatrice ed antinfiammatoria. La stimolazione del
rilascio di prostaciclina da parte degli adipociti inibisce il reclutamento di
preadipociti e la loro trasformazione in adopiciti sotto l’azione dell’angiotensina
II. L’olio si perossida facilmente. Per evitare questo va associato alla
Vitamina E. Il dosaggio è di circa 1 g/die (pari a 200 mg di acido
gamma-aminolinoleico). E’ controindicato nelle epilessie del lobo temporale e
nelle sindromi maniaco-depressive.
Tè 8,21
Vale la pena accennare al fatto che i diversi tipi di tè si ottengano dai
differenti metodi di fermentazione ed essiccazione delle foglie della Camelia
sinensis (pianta della famiglia delle Teacee), ed hanno contenuti variabili in
caffeina (dallo 0,9 al 5%), teofillina, teobromina, olio essenziale e tannini
catechi (dal 5 al 27%). Le foglie fermentate ed essiccate in modo completo danno
il cosiddetto tè nero, molto ricco in caffeina; se invece sono immediatamente
riscaldate si ottiene il tè verde, che è meno ricco in caffeina e a maggior
contenuto tannico. Quando, nel corso della fermentazione naturale, le foglie da
verdi diventano rosse al 30%, si ottiene il tè oolong che è quindi definito
semifermentato. Secondo la Medicina Cinese e Giapponese è questo tipo di tè il
più efficace contro l’obesità, perché riduce sia la lipasi pancreatica, sia il
livello di grassi nel sangue. Studi recenti dimostrano, infine, che sia il tè
verde che quello oolong sono ricchi di polifenoli i quali, bloccando l’acetilCoAcarbossilasi,
riducono la sintesi di acidi grassi. Va aggiunto che la ricchezza in tannini può
risultare lesiva per la parte gastrica e, soprattutto, produrre una
acidificazione salivare con ripercussioni negative sullo smalto dentario.
Occorre, pertanto, non abusare di questa bevanda soprattutto se si hanno
problemi di dispepsia ipersecretiva, ernia iatale o patologie dentarie.
Consumare una tazza di tè 1-2 volte al dì è utile nelle terapie adiuvanti dei
soggetti obesi.
Vitis vinifera 2,10
Della Vite rossa si utilizzano la buccia della frutta e gli acini, contenenti
Polifenoli, Proantocianidine B, Resveratrolo, Sali Minerali e Vitamine. Aumenta
le HDL e fa d’escrescere le LDL, con in più un’azione protettiva a livello
endoteliale e, pertanto, antiateromasica. La titolazione standard prevede l’uso
di preparati con lo 0,1% di Resveratrolo e il dosaggio giornaliero è di 200-400
mg. è controindicato in
gravidanza ed utile negli obesi con familiarità cardiaca e/o arteriosclerotica.
In definitiva ogni scelta terapeutica deve tenere conto del sesso, dell’età,
delle condizioni generali e dell’uso di farmaci. Non solo in questo ambito e non
solo per la fitoterapia, bensì per la medicina più in generale, occorre
strutturare un pensiero clinico con un elevato grado di flessibilità, che
corrisponda di più al malato inteso nella sua unicità, singolarità e specificità22.
Se è vero che sempre, nei fatti, il pensiero scientifico varia con le premesse
filosofiche, questa capacità di adattare l’atteggiamento alle necessità dei
singoli deve essere perentorio nel campo delle Medicine non Convenzionali.
Se in un soggetto obeso, ansioso e
con continuo appetito useremo Iperico e Konjak, in una donna in lieve sovrappeso
di tipo ginoide nel periodo menopausale sarà indicato l’uso di Fitoestrogeni,
mentre in un cardiopatico con livelli elevati di colesterolo si useranno Olio di
Borragine, Vite rossa e Tè Ooolong. In tutti i casi, comunque, l’approccio
sarà composto di molti diversi interventi (dieta personalizzata, attività fisica
e ricreativa, supporto psicologico), al fine di ottenere risultati non solo
buoni, ma anche duraturi. Non va sottaciuto che, molto spesso, l’idea del
sovrappeso è solo individuale ed espressione, convertita, di un disagio, che è
elemento di uno stato di vergogna e di autosvalutazione23. Uno studio
attento di questo tipo di paziente rivela "ferite" psichiche profonde che, lungi
da meritare attenzione medica, vanno adeguatamente collocate in ambito
psichiatrico. In pazienti di questo tipo, infatti, l’impiego di droghe ad azione
psicotropa (Matè, Iperico, Olio di Borragine, ecc.), potrebbe rappresentare
elemento per gravi scompensi. In questi casi, oltre all’approccio psichiatrico
specialistico, è utile il Gingko biloba. Nei casi, molto frequenti, di buone
condizioni generali con fame insaziabile e stipsi ostinata, sono indicate le
piante ricche di mucillagini. Le droghe ricche di polisaccaridi eterogenei sono
quelle in grado di produrre mucillagini, cioè sostanze amorfe derivanti dalla
trasformazione della sostanza intercellulare e della parete cellulare, che
danno, a contatto con acqua, soluzioni colloidali viscose e non adesive (questo
fatto le differenzia dalle gomme), in grado di produrre ripienezza gastrica e
contrastare il senso della fame24. Oltre al già citato Amorphophallus
sono piante ricche in mucillagine e fibre l’Acacia catechu, la Cerotonia
siliqua, il Chondrus crispus la Plantago ovala e il Triticum species (Frumento e
Grano). Anche la Garcinia appertiene a questo gruppo25. In Estratto
Secco incapsulato ed assunti 20 minuti prima dei pasti, questi prodotti sono
eccellenti moderatori dell’appetito e normalizzatori dell’alvo26 27 .
Va qui ricordato che le piante catartiche, inducendo perdita di sali,
determinano, a lungo andare, iperaldosteronismo con ritenzione idrica e
squilibrio ormonale relativo, nelle donne, soprattutto al progesterone. Una
alimentazione equilibrata e varia, l’assunzione di almeno 2 litri di acqua al
giorno, l’attività fisica e le mucillageni possono, invece, servire
adeguatamente allo scopo28.
Autori: Carlo Di Stanislao, Ottavio Iommelli, Guglielmo Lauro
Indirizzo per chiarimenti
Associazione Italiana di Fitoterapia e Fitofarmacologia
E-mail: ass.aiff@tin.it
Note
I Indice di Massa Corporea (BMI) > 30Kg/m2
II Indice di Massa Corporea (BMI) > 27Kg/m2
III The Dietary Supplement Health and Education Acta of 1994, Public Law
103-417.
IV National Institute of Health, 1995; Office of Dietary Supplement, 1995;
Federal Drug Administration, 1995.
V Progetto di Legge n. 5935.
VI Vedi www.agopuntura.org/La Mandorla/Documenti.
VII Octopamina, ordenina, tiramina, n-metiltiramina, senefrina.
VIII Pari a 30mg/die di sinefrina, l’amina a maggiore azione cardiovascolare
IX Azione sul citromo P450 e sulla conversione microsiomale epatica.
X Anche quando la teofillina è usata in cocktail mesoterapici.
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5 Zanussi C. (a cura di): Breviario Terapeutico, Ed. Selecta Medica, Pavia,
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8 Murray T.: Il potere curativo dei cibi, Ed. Red/Studio redazionale, Como,
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12 Fiorenzuoli F.: Fitoterapia, Ed. Masson, Milano, 1998.
13 Hunt J.R.: Position of The American Dietetic Association Vitamin and Mineral
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14 Calapai F., Fiorenzuoli F., Sguadritto F.: Tossicità cardiovascolare di una
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16 Di Stanislao C., Iommelli O., Lauro G.: Precauzioni nell’uso dell’Ephedra
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24 Piva C.: I moderatori dell’appetito. Mucillagini e fibre, Natural 1, 2003,
maggio: 24-31.
25 Spignoli G., Mercanti V., Bomcompagni E.: Guida Bibliografica ai più noti
Fitoterapici, Ed. Aboca, Sansepolcro, 1999.
26 Sannia A.: Dimagrire con le erbe, Pharbernia Archimedica Ed., Torino, 1999.
27 Campanini E.: Fitoterapia e obesità, Ed. Tecniche Nuove, Milano, 1996.
28 Bertin M.: Fitoterapia nella obesità, www.digilanderfitoamici.it , 2000.
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