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Talassoterapia o "Cura del Mare"

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I Greci e i Romani avevano già scoperto le virtù terapeutiche dell’acqua del Mediterraneo, che usavano in abbondanza sia per immersioni, sia per abluzioni.
Il termine talassoterapia fa una delle sue prime apparizioni in Francia nel 1867, ma è all’inizio del XX secolo che Renè Quinton studia e confronta gli elementi che si trovano nell’acqua di mare e nel plasma sanguigno.
Fondamentalmente la talassoterapia consiste nell’utilizzazione simultanea di tutte le virtù del mare, a scopo curativo-terapeutico, sotto controllo medico, quindi le terapie sfruttano le proprietà climatiche dell’ambiente marino oltre ai principi attivi presenti nell’acqua. Si varia così dalla classica balneazione alle sabbiature con aggiunta di sali marini e a differenti temperature. E poi ancora docce, alghe ottime per potenziare gli effetti delle balneazioni, fangature, irrigazioni ecc., inoltre l’applicazione di alghe comporta un effetto antibiotico, batteriostatico e antivirale, indiscutibile.
Quindi si utilizzano tutte le risorse terapeutiche dell’ambiente marino: acqua di mare, sabbia, clima.

La sabbia viene utilizzata per le sabbiature (psammatoterapia) che avvengono generalmente effettuate all’aperto; la terapia consiste in una buca con profondità di 20-30 cm con dimensioni di 2 metri per 1 metro circa. Sul fondo vengono stratificati almeno 15 cm di sabbia asciutta, mentre ai bordi viene accumulata la sabbia in quantità sufficiente a ricoprire il corpo. L’applicazione sul corpo viene effettuata ad una temperatura media di 50-60°C; lo spessore dello strato applicato non supera generalmente i 3-7 cm per permettere al calore solare di scaldare la sabbia in maniera uniforme; ricoprire inoltre il paziente con uno strato di sabbia sottile attenua un eccessivo raffreddamento della sabbia a diretto contatto con la cute.
La seduta ha una durata di circa 20-40 minuti; al termine si effettua un periodo di reazione di 20 minuti in appositi locali. Generalmente alla sabbiatura viene abbinata la balneoterapia con acqua di mare riscaldata in apposite vasche o in piscina oppure direttamente in mare.
Le indicazioni terapeutiche principali delle sabbiature sono analoghe alla fangoterapia: osteoartrosi, esiti e postumi di forme traumatiche, reumatismi extraarticolari e infiammatori cronici ecc.

La Balneoterapia marina viene effettuata utilizzando acqua di mare riscaldata per la durata di circa 20 minuti in apposite vasche, in piscina, oppure direttamente in mare. La metodica del bagno in vasca o in piscina è analoga alla balneoterapia con acque minerali. L’acqua utilizzata in queste vasche e piscine viene prelevata lontano dalla costa, in queste condizioni l’acqua è ricchissima di oligo-elementi, di iodio, fitoplacton e zooplacton.
Nel bagno in mare invece, molto importante è il fattore chinesiterapico costituito dallo stimolo meccanico che il moto delle onde svolge sulla superficie del corso immerso, associato agli effetti legati alla mobilizzazione attiva e passiva effettuata del paziente.
A causa della forte somiglianza della composizione chimica dell’acqua di mare con il plasma sanguigno, avviene tra l’acqua e il corpo, attraverso la pelle, uno scambio tra gli elettroliti del corpo e quelli presenti nell’acqua, con un conseguente rinnovamento totale del livello elettrolitico.
L’acqua di mare può essere utilizzata anche per le metodiche più propriamente termali: terapie inalatorie, fanghi, irrigazioni, ecc.

Elemento importante del clima di mare è l’aerosol marino caratterizzato dalla presenza di vapore, acqua in piccole particelle, sali minerali e ioni provenienti dall’acqua del mare e trasportati dal vento. L’inalazione di questo aerosol consente di far pervenire alle vie aeree principi attivi in grado di svolgere numerose azioni terapeutiche; i raggi ultravioletti ed infrarossi possono svolgere azioni a livello di numerosi organi ed apparati.
La climatorapia marina trova utile applicazione nella cura di stati patologici tra i quali: processi infiammatori cronici dell’apparato respiratorio, psoriasi cutanea, convalescenze, rachitismi infantili.
La crescente attenzione da parte del pubblico e della ricerca medica ha portato il legislatore italiano a inserire nella legge 323 del 2000 il riconoscimento ufficiale della talassoterapiademandando alla commissione di studio di ricercare l’inserimento delle prestazioni erogate negli stabilimenti talassoterapici tra quelle prestazioni erogabili a carico del S.S.N.


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