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A ritroso nel tempo

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A cura di: Beltade.it

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Cosmetici e profumi dell’Antico Oriente

La caduta dell’Impero Romano mise fine a secoli di splendore e di piacere ineguagliabili; quello stile di vita, però, non si estinse, ma si spostò verso oriente, in primo luogo a Costantinopoli, dove sulle chiese bizantine il simbolo della luna crescente si sostituì alla croce.

Nel X secolo, inglobato l’impero macedone di Alessandro Magno, il dominio arabo si estendeva dall’Arabia all’India. Gli arabi hanno giocato un grande ruolo nella storia della profumeria; per lungo tempo, ed esattamente sino alla scoperta - in un museo pakistano - di un apparecchio per la distillazione in terracotta risalente al 3000 a.C., si è ritenuto che il primo ad ottenere un olio volatile tramite distillazione fosse stato Avicenna, medico e filosofo iraniano del X secolo. In ogni caso, gli Arabi hanno contribuito allo sviluppo dei profumi, in primo luogo ampliando notevolmente le essenze disponibili attraverso il procedimento della distillazione. Si ritiene che Avicenna abbia iniziato le proprie sperimentazioni con la Rosa centifolia; egli stesso ha descritto il metodo utilizzato per ottenerne il profumo, metodo per altro confermato da altri autori dell’epoca.

Il fiore preferito dai popoli d’Oriente senza alcun dubbio è stato ed è la rosa, o meglio, la rosa in tutte le sue varianti e profumazioni. I metodi di estrazione del profumo di rosa cambiavano al variare della specie; il profumo di petali di rosa rossa, la Rosa gallica, ad esempio, aumenta essiccando i fiori e più a lungo li si conserva maggiore è l’intensità del profumo. Con la rosa di Damasco si fabbricava sia il profumo che l’acqua di rose. Nel IX secolo, in Persia, si praticava l’enflorage di petali di rosa su semi di sesamo e questa tecnica è ancora oggi utilizzata in India.

Le donne orientali hanno sempre dato grande importanza alla propria toilette: "...in nessun altro luogo le donne sono così belle, in nessun altro luogo le donne hanno acquisito pari capacità di arrestare il tempo...", scriveva Sonnini. E quest’arte, aggiungiamo noi, non passava certo inosservata tra gli stranieri...!. Inoltre, le popolazioni bruciavano spezie e resine e particolari fumigazioni erano destinate a disinfettare vestiti e materassi.

Ancora oggi, in India, i capelli femminili (ma gli uomini non sono da meno...) devono sempre essere neri e lucenti; si prestano loro infinite cure ed attenzioni: ogni giorno vengono pettinati, lisciati ed unti con oli profumati. Il gelsomino sambac è uno dei profumi più popolari, in India; viene prodotto a Ghazepore, sulla riva sinistra del Gange, poco più a nord della città sacra di Benares.

Le prime tracce relative al gelsomino sambac si trovano nel trattato scritto da Chi Han nel III secolo d.C.; lo si coltivava nella zona compresa tra Pechino e Canton ed ogni giorno i boccioli erano raccolti e trasportati in città. Le donne cinesi lo utilizzavano per decorare le chiome e per profumate infusioni. In un suo libro scritto nel 1777, Li T’so Yuan descrive la vita nella provincia di Kwantung e, tra le altre cose, racconta come il gelsomino venisse impiegato nelle acconciature: al tramonto del sole i boccioli di gelsomino venivano inseriti tra i capelli; schiudendosi col trascorrere delle ore, profumavano sempre più e brillavano al chiarore della lune. Il loro profumo aleggiava sino all’alba.

In altri Paesi, ad esempio in Thailandia, le donne cospargono ancora oggi i lunghi capelli di oli profumati e li raccolgono in chignon, fissandoli in un grosso nodo decorato con una corona di fiori di Nyctanthes tuberosa, un piccolo albero originario delle isole indonesiane; il profumo di questi fiori bianchi, a forma di stella, assomiglia a quello dei fiori d’arancio e impregna delicatamente la casa.

Per massaggiare il corpo, le donne indiane utilizzano una preparazione chiamata urgujja, composta da profumo di rosa ed essenza di gelsomino. In alternativa, per profumare  alcuni oli da massaggio vengono utilizzati i fiori di ylang-ylang.

 

Il legno di sandalo, l’aloe, i petali di rosa e le radici di di curcuma zedoaira, lavorati in un mortaio, compongono invece la polvere più apprezzata dalle donne orientali. In ogni caso, le radici fanno parte della composizione di molti profumi e di numerosi cosmetici in grado di ravvivare le carnagioni scure.

 


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