Naturaid on the Grizzly’s Creek 2005
Intervista a Maurizio prima della partenza
Ciao Maurizio, abbiamo saputo della tua prossima impresa, “Naturaid on the
Grizzly’s Creek 2005” : 800 km in canoa, più 750 in bici e poi ancora canoa fino
a raggiungere l’Oceano Artico verso il Polo Nord attraversando lo stato canadese
dello Yukon. E’ proprio una bella avventura, ma anche un po’ pericolosa, che
dici?
E’ una bella avventura che ho pensato e progettato da molto tempo; mi
piace perché sarò a stretto contatto con la natura e mi avvicinerò con 2 mezzi
puri che si muovono solamente con la forza dell’uomo, la canoa e la bici. Direi
che il tratto più pericoloso è l’ultimo - circa 200 km in canoa - perché sarò
sul delta gigantesco del fiume Mackenzie tra paludi laghetti e fiumi.
Quanto tempo hai impiegato e come sei riuscito ad organizzare tutta la
logistica così complessa?
Diciamo che è almeno un anno che ci sto lavorando. E cosi sono riuscito
a ad avere i diversi contatti per realizzare questa avventura. Fortunatamente ho
un sacco di amici che credono nei miei sogni e mi danno tanta fiducia. C’è chi
sistema il mio sito, (www.mauriziodoro.it),
chi cerca informazioni in internet, chi mi procura le mappe dettagliate... questo
è il mio “Team Naturaid”. Quest’anno, inoltre, il mio amico Paolo Ricciuti,
famosissimo biker che ha il negozio Bikbike proprio ad Arco dove io abito, con
grande entusiasmo mi ha fornito la bici e tutti gli accessori, gesto che ho
veramente apprezzato. Naturalmente ho degli appoggi anche in Canada;
alcune famiglie conosciute nei miei viaggi precedenti si sono preoccupate di
farmi trovare pronte al mio arrivo le canoe e mi hanno aiutato nella ricerca di
informazioni sulle caratteristiche dello Yukon e dei fiumi che attraverserò.
Come ti orienterai per i tratti in canoa, sul fiume Yukon e tra le paludi?
Dovrò usare il GPS, che è una bussola satellitare. Il mio amico Massimo, un
topografo dell’università di Bologna, mi ha fornito delle mappe dettagliatissime
fatte dal satellite ed ho potuto cercare così le coordinate da inserire nel GPS.
Ho segnato circa 30 punti per gli 800 km del fiume Yukon e 40 punti per gli
ultimi 200 km per arrivare sull’Oceano Artico.
Come sono le condizioni meteorologiche e quanto pensi di impiegare?
Le temperature sono buone durante il giorno, ma si avvicinano agli zero gradi di
notte e, normalmente, piove. Ho stimato che in circa 23-24 giorni dovrei riuscire
a terminare la mia avventura, aiutato anche dal fatto che in quel periodo
spostandomi verso Nord (oltre il Circolo Polare Artico) ci sarà più luce. Ci
sarà luce, infatti, per 24 ore e questo mi permetterà di continuare a muovermi
anche per 15 ore al giorno. Per me questa è una situazione nuova che non ho mai
vissuto nelle avventure precedenti.
Terrai dei collegamenti dettagliati e degli aggiornamenti nel tuo sito come è
nel tuo stile?
Avrò con me un telefono satellitare e un computer che mi permetteranno di
mandare reportage in diretta. Se tutto va bene, cercherò di fare una cosa
nuova, che pochissimi fanno.
Che cosa vuoi dire?
Per scaramanzia è meglio non dire niente, ma sicuramente sarà una novità che
pochissimi riescono a fare. Io conto moltissimo sui miei due amici Matteo
Cozzaglio e Francesco Carloni che mi aiutano da anni e sono esperti in collegamenti internet estremi
ed hanno fantasia da vendere.
Parlando di cose più semplici e comuni, quale sarà la tua alimentazione? Ti
porterai dietro tutto il necessario o ti rifornirai lungo il percorso?
Mi porterò da casa solamente dei pasti pronti disidratati, per il resto farò un po’ di spesa per le colazioni appena arrivato in Canada; troverò qualche
villaggio durante il percorso per comprare ciò che mi mancherà, comunque avrò
con me, come al solito, il mio inseparabile fornellino... per la pasta!
L’artico fa venire in mente gli orsi e, infatti, il grizzly intitola tua
avventura; c’è il rischio di incontrarli?
Spero di non incontrarli, o almeno non a distanza ravvicinata. Starò molto
attento, non cucinerò vicino al mio campo per la notte a non lascerò cibo e
roba dolce vicino alla tenda; normalmente sono attratti dall’odore del cibo,
sono dei golosoni... E credo che per questa spedizione farò a meno del miele! Userò
anche dei campanelli - a loro danno fastidio - e avrò con me delle armi che sparano
polvere irritante.
Bene, Maurizio, ti seguiremo sul sito e aspetteremo il
tuo ritorno perchè ci racconti com’è andata; nel frattempo... in bocca al lupo!
Crepi!
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Arco, 18 giugno 2005, ore 18.15
E’ una calda serata di inizio estate e Maurizio è intento a caricare gli ultimi
pacchi sul suo furgoncino con l’entusiasmo e la determinazione che lo contraddistinguono ogni volta che parte per una nuova avventura.
Siamo in pochi a salutarlo prima della partenza ed ad augurargli un in bocca
al lupo; purtroppo l’amico ungherese Laslzo non partirà con Maurizio e anche
se si
sapeva della sua decisione di non partecipare a questo "Naturaid 2005",
si era sperato fino all’ultimo giorno che cambiasse idea.
Quindi, ancora una volta Maurizio affronterà la nuova avventura in
solitaria e sicuramente gli imprevisti, la fatica, la solitudine e gli incontri
che farà saranno molto più significativi ed importanti rispetto ad un "viaggio"
in compagnia di altri.
Come al solito invitiamo tutti ad inviare e-mail di
incoraggiamento e supporto a Maurizio all’indirizzo:
info@mauriziodoro.it
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Whitehorse, 20 giugno 2005, ore 7.36
Ciao cari amici, dopo circa 24 ore di trasferimento sono arrivato a Whitehorse, la città
che mi aveva accolto nel febbraio del 2004.
Rispetto all’ultima volta, il paesaggio è molto diverso: foreste verdi e montagne sgombre da neve, il fiume
ha la sua vita e i laghi sono splendenti di riflessi. Sono frastornato per le 9
ore in meno di fuso orario (ora sono le 7: 36 di mattina del 20).
All’aeroporto, ieri, mi attendevano Tunde e il marito Menje; mi ha
fatto grande piacere rivederli. Mi attendevano con la loro grande Jeep.
Naturalmente io ero eccitato e mi hanno portato subito a vedere il fiume Yukon
da alcune colline da cui potevo apprezzare la sua maestosità e l’eleganza di alcuni
laghi incastonati tra i fitti boschi.
Forte è l’emozione che provo; tra pochi giorni quella che ora è una cartolina si
trasformerà in una foto vera e... ci sarò
dentro anch’io.
A presto
Mauri
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Whitehorse, 21 giugno 2005,
ore 7.30
Qui sono le 7:30. Tutti dormono e fuori piove. Mi alzo presto nonostante
vada a
dormire tardi. La differenza di fuso mi condiziona ancora, ma sicuramente anche l’eccitazione e la gran voglia di cominciare a dare in pasto la mia pagaia al
grande fiume antico, lo Yukon.
Ho preso diverse informazioni e dispongo di mappe dettagliate per non perdere tempo
prezioso cercando le vie più facili dove far
scivolare la canoa e non ribaltarmi. Gli amici mi stanno dando aiuti
importanti e questo aumenta
la mia sicurezza. Sono alloggiato allo stesso B&B dello scorso anno, quando sono
venuto
in Canada per la gara a piedi, il Beez Kneez (l’ape). Si ricordano ancora di me
e delle pastasciutte che cucinavo. Sono pure nella stessa camera, con letto a castello. C’è un sacco di gente che
va e viene.
Ho incontrato anche un biker spagnolo, Carlos, fermo da un paio di giorni qui. Sta
pedalando da un anno e mezzo, partito da Usuaia in sud America per arrivare in
Alaska e gli mancano poche settimane. Ha percorso circa 30.000 km
A Whitehorse non fa molto caldo e in questi giorni il tempo non è
bello, piove, ma la cosa che impressiona è la luce. Credevo che solo più a
nord ci fosse una luce continua tutto il giorno, invece anche qui il sole cala molto
tardi e il buio non viene mai.
Ieri sera mentre, stavo controllando le mappe, mi sono sentito chiamare per nome con
accento americano, una voce forte... Mi giro e vedo una grande
persona, con la giacca pesante, gialla, e un berretto in testa; al suo fianco 3
bambini... Dale, senza la lunga barba non lo avevo riconosciuto; ci siamo abbracciati.
Saputo che ero arrivato in città, è
venuto a trovarmi, accollandosi un
sacco di km, da Pelly Farm.
Non me l’aspettavo. Grandissima persona. Ci siamo dati appuntamento sul fiume
tra una settimana, mi aspetta a
casa sua. Questi incontri e situazioni sono il pane per la mia esistenza e dell’anima.
Grazie a te, Dale.
Mauri
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Whitehorse, 21 giugno 2005, ore 23:55
Ero andato a dormire a mezzanotte e mezza, ma questa mattina mi sono alzato presto
ugualmente; mi sto abituando alla differenza oraria (9 ore indietro), forse aiutato
anche dalla luce che è sempre presente. Anche a questa ora non serve andare in
giro con la lampada, si vede benissimo e si può persino leggere.
E’ stata una giornata molto piovosa e fredda. Ho fatto rifornimento di cibo in
un grosso supermercato; anche se ho molti pasti disidratati ho comperato latte
in polvere, caffé, cioccolata, zucchero, biscotti, carne secca e minestre da
cucinare velocemente.
Mentre camminavo incernierato nella mia giacca in goretex e la pioggia batteva
sul mio cappuccio per poi bagnarmi le ginocchia e le scarpe, immaginavo di essere
sul fiume a pagaiare, ma pensavo anche a come non deve essere piacevole stare
seduto tutto il giorno nella canoa tutto bagnato con un freddo simile... Fortunatamente mi sono portato anche una termos
che, a questo punto, mi sa che sarà sempre pieno
di roba calda.
Ho pensato anche agli orsi - da queste parti se ne avvistano parecchi - ed ho
comperato un campanello che a loro da fastidio e delle armi per scacciarli. Due,
per sicurezza, sono bombole che spruzzano un getto molto potente di pepe
fortissimo; spero di non usarle mai.
Sono andato a vedere la canoa e il materiale che userò e questo mi ha eccitato
molto, mi sento pronto.
La partenza è fissata per domani alle 9:30, non vedo l’ora di partire.
Poi i miei amici mi hanno accompagnato in un luogo molto speciale dove è
possibile avvistare le aquile dal collare bianco.
Sono incredibilmente maestose e superbe, ne abbiamo avvistate almeno 20 e mi dicono
che sul fiume avrò sicuramente l’opportunità di vederle mentre pescano i
salmoni.
Mancano poche ore.
Ciao Mauri Leggi il seguito dellavventura!
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