Squash: caratteristiche della competizione
Il
giocatore di squash che affronta la competizione conosce già quali fattori
determinano il successo e quali caratteristiche essa richieda; coloro che non
hanno grande esperienza di competizioni sportive valutano le cose in modo
diverso da chi gioca a livello agonistico da anni e si allena a tale scopo. Un
giocatore ad alto livello, quindi, sottolineerà fattori cui un giocatore di
livello intermedio non attribuisce grande importanza.
Ma quali sono le caratteristiche richieste dallo squash?
In sintesi potremmo definire lo squash come uno sport di rimbalzo, disputato
da due avversari in un campo delimitato da quattro pareti; ogni azione di gioco
è al contempo difensiva ed offensiva e tra un’azione e l’atra non esistono
momenti di pausa.
Gli incontri ad alto livello durano tra i 60 ed i 150 minuti, nel corso dei
quali il tempo di gioco effettivo può raggiungere anche l’85% del totale; se si
considera che nel tennis, ad esempio, il tempo effettivamente giocato si attesta
intorno al 25% della durata complessiva della competizione, risulta evidente
come lo squash si situi decisamente ai vertici della classifica per gioco
effettivo ed intensità dell’azione.
Nel corso di una partita di 2 ore tra due bravi giocatori (con una
percentuale di gioco effettivo pari all’80%), ogni giocatore serve, colpisce e
blocca la palla quasi 2000 volte, ovvero un’azione ogni 3 secondi circa. E,
tenuto conto che per ogni tiro si percorrono dai 5 ai 6 metri, ogni giocatore
percorre all’incirca una decina di chilometri.
Lo squash è caratterizzato da una resistenza costante e da movimenti eseguiti
con un’intensità variabile: trovandosi sotto pressione, un giocatore è spesso
costretto ad eseguire all’improvviso movimenti ad alta intensità (veloci e
forti), mentre nel corso di scambi lunghi e più lenti il ritmo non è così
sostenuto ed è possibile (persino!) riprendere fiato.
Ad ogni tiro, inoltre, è necessario prendere decisioni tattiche; è bene controllare le reazioni dell’avversario (gioia o delusione) ad ogni
scambio, in
modo da mantenere costanti l’attenzione, la concentrazione e la capacità di
reagire per l’intera durata dell’incontro, oltre ovviamente a confermare o meno
i piani tattici, adattandoli alle situazioni o addirittura abbandonandoli.
Da non dimenticare, infine, che anche l’arbitro e gli spettatori, oltre
all’avversario, possono avere una notevole influenza e condizionare pesantemente
l’esito della partita. Un grazie per la collaborazione a Ezio Dau
|