Agopuntura antalgica in campo ginecologico
L’agopuntura offre molte possibilità terapeutiche in campo ginecologico. Essa
risulta particolarmente utile nel controllo del dolore e, pertanto, impiegabile
con larga possibilità di successo in corso di dismenorrea e dolore pelvico
cronico. Un’ampia revisione della letteratura clinica cinese, vietnamita e
francese condotta alla fine degli anni ’80, dimostra che l’agopuntura è efficace
in corso d’algomenorree funzionali. In Italia, del tutto recentemente, sono
stati proposti semplici protocolli sia con associazione fra agopuntura e piante
medicinali, che con agopuntura semplice nel trattamento preventivo del dolore
mestruale.
In considerazione del fatto che più del 10% delle pazienti con dismenorrea
primaria non risponde adeguatamente ai FANS e che l’impiego di contraccettivi
orali è controindicato nelle donne che hanno malattie epatiche, patologie
vascolari o emicrania ricorrente, esperti del settore consigliano delle terapie
alternative. Quelle di maggiore efficacia, a parte una dieta ricca di alimenti
con alte concentrazioni di acidi grassi omega-31,
in grado di normalizzare la sintesi di prostaglandine non flogogene, sono
ritenute:
- agopuntura
- elettrostimolazione transcutanea delle terminazioni nervose (TENS)
- neuronectomia presacrale laparoscopica
- nitroglicerina transdermica
- supplementi in magnesio
- tiamina per bocca.
L’impiego dei punti descritti nei classici cinesi è molto più efficace
dell’agopuntura sham in corso di dismenorrea. Uno studio randomizzato (48 donne)
ha confrontato agopuntura e agopuntura placebo (o sham2)
con due gruppi di controllo senza trattamento, uno dei quali riceveva ulteriori
visite da uno specialista. Il trattamento durava 30-40 minuti, una volta la
settimana per 3 settimane al mese, per un totale di 3 mesi. La proporzione di
donne che mostravano un miglioramento del dolore era significativamente più alta
nel gruppo trattato con agopuntura rispetto a tutti gli altri gruppi (2=13,6,
P<0,001). L’agopuntura era significativamente più efficace del placebo
nell’ottenere una riduzione del dolore (odds ratio 17,5, limiti di confidenza al
95% da 1,6 a 192).
La stimolazione elettrica transcutanea (TENS) sui punti di agopuntura attivi
sulla dismenorrea (SP6-ST29, CV4-V6, LI4), risulta efficace anche nelle forme
refrattarie agli analgesici. Circa il meccanismo d’azione dell’agopuntura nel
campo della dismenorrea, essa induce effetto sedativo, con innalzamento anche
indiretto della soglia del dolore e regolazione del tono simpatico
vasoregolatore, con riduzione dello stato congestizio uterino. Nelle cefalee
catameniali, l’agopuntura tratta efficacemente il dolore emicranico. In MTC la
cefalea (tou tong, tou feng, dolore o vento alla testa) si definisce un eccesso
di Yang alla testa, da cause esterne, interne o alimentari. Numerose ricerche
scientifiche documentano l’azione favorevole dell’agopuntura nella riduzione del
numero delle crisi e dell’intensità delle stesse, sia in corso di emicrania con
che senza aurea, che nelle forme di cefalea su base censiva. In agopuntura si
impiegano schemi differenti, ma più utilizzati sono relativi alla diagnosi in
rapporto alle teorie meridianiche.
Schema generale di trattamento delle cefalee in agopuntura
tradizionale cinese
Tipo ed irradiazione del dolore |
Meridiano Interessato |
Principali Punti selezionati |
Violento, a strappo, fronto-nucale, che scende
fino agli occhi |
Vescica Urinaria e Intestino Tenue |
2 Vescica Urinaria, 3 Piccolo Intestino, 60 e 62
Vescica Urinaria |
Dei lati della testa, acuito dai riumori, con
impossibilità a ruotare il capo |
Vescica Biliare e Triplice Riscaldatore |
4-20 Vescica Biliare, 5 Triplo Riscaldatore, 34
Vescica Biliare |
Dolore sordo che viene sopportato dal paziente e
che non modifica le comuni abitudini di vita. Il dolore si irradia
al viso ed ai denti (algie facciali atipiche) |
Stomaco e Grosso Intestino |
8 Stomaco, 4-11 Grosso Intestino, 45 Stomaco |
Dolore urente al vertice che si irradia ai lati
della testa e si associa a lieve rigidità nucale |
Fegato |
3 Fegato, 20 Vaso Governatore, 6 Ministro del
Cuore |
Vogliamo ora occuparci dell’agopuntura nel dolore pelvico cronico o
ricorrente. Accade spesso che una donna affetta da dolore pelvico si senta dire,
dopo visite ed esami superficiali, che il suo è un problema psicologico: al
danno, per la malcapitata, si aggiunge la beffa. In realtà in ginecologia dietro
al sintomo dolore c’è sempre una causa ben precisa. L’endometriosi3
è una delle cause, sicuramente tra le più importanti in ordine alla complessità
della diagnosi ed ai danni che può provocare quando non riconosciuta e curata.
Si sospetta un’endometriosi in presenza di dolore in fase immediatamente
premestruale e mestruale specie se il sintomo compare dopo anni di mestruazioni
non dolorose. Anche il dolore ai rapporti può essere un segno di endometriosi.
Ai fini diagnostici l’ecografia (con sonda tranvaginale) è utile quando sono
presenti cisti endometriosiche, inutile nell’endometriosi lieve-moderata
diffusa. In presenza di dolore pelvico con sospetta endometriosi è importante
il dosaggio su sangue del Ca 125. Questo marcatore ematochimico non è
specifico dell’endometriosi (si usa anche per la diagnosi ed il follow-up del
carcinoma ovarico) ma quando è positivo può confermare la presenza della
malattia. Nei casi in cui ecografia e/o Ca 125 non siano sufficienti per la
diagnosi, bisogna ricorrere alla laparoscopia.
Soffre di dolore pelvico anche chi è affetta da policistosi ovarica,
ma in questo caso il sintomo si manifesta per lo più durante le mestruazioni o a
metà ciclo, al momento dell’ovulazione. Acne ed irsutismo sono
frequentemente presenti nella donna con microcisti o policistosi ovarica e
consentono di individuare la causa del dolore pelvico ricorrente. Le pazienti
anovulatorie che non rispondono al trattamento medico possono essere sottoposte
alla cauterizzazione ovarica laparoscopica con buone (70%) possibilità di
ripresa spontanea dell’ovulazione e scomparsa del dolore.
Indagare se dietro al sintomo dolore c’è la tendenza a formare, con
l’ovulazione, un corpo luteo emorragico è importante perché con la
diagnosi e la prevenzione si evita l’intervento chirurgico d’urgenza necessario
nei casi più gravi di questa malattia, meno rara di quanto si possa pensare.
Una condizione anche frequente è il varicocele pelvico. Esso dà un
dolore sordo, gravativo, che si accentua stando a lungo in piedi o col rapporto
sessuale. Si tratta di patologia molto diffusa, pochissimo conosciuta e
diagnosticata, facilmente curabile4. A fine
cura di un varicocele pelvico spariscono molti dei dolori "psicologici".
L’infiammazione pelvica viene chiamata spesso in causa per
giustificare il sintomo, ma secondo noi questa patologia è responsabile del
dolore con meno frequenza di quanto si creda. L’agopuntura, unitamente alla
terapia convenzionale, trova indicazione nella malattia infiammatoria pelvica.
La malattia infiammatoria pelvica è un processo infiammatorio infettivo a carico
del tratto genitale femminile superiore, che tipicamente coinvolge le tube
uterine, le ovaie e le strutture circostanti. I fattori di rischio associati
alla malattia infiammatoria pelvica rispecchiano quelli delle malattie a
trasmissione sessuale: giovane età, condizioni socioeconomiche disagiate, etnia
africana/afro-caraibica, basso livello di istruzione e recenti rapporti con
nuovi partner. Molti casi sembrano essere dovuti a infezioni ascendenti dalla
cervice uterina.
Il danno epiteliale iniziale provocato dai batteri (soprattutto Chlamydia
trachomatis e Neisseria gonorrhoeae) facilita l’accesso ad altri microrganismi
opportunisti. Nel tratto genitale superiore si può isolare una flora
polimicrobica che comprende Mycoplasma hominis e alcuni anaerobi. La diffusione
dell’infezione al tratto genitale superiore può essere aumentata dall’uso di
lavande vaginali e da interventi strumentali sulla cervice, mentre può essere
ridotta dall’uso di contraccettivi di barriera e orali rispetto ad altri metodi
contraccettivi. L’incidenza della malattia infiammatoria pelvica non è nota
poiché la patologia non può essere diagnosticata in modo affidabile in base ai
soli sintomi e segni clinici. La visualizzazione diretta delle tube uterine
attraverso laparoscopia è l’indagine diagnostica singola d’elezione, ma in
quanto invasiva non viene utilizzata di routine nella pratica clinica.
Negli Stati Uniti la malattia infiammatoria pelvica è la causa ginecologica
più frequente di ricovero ospedaliero, presente in 49 su 10.000 schede di
dimissione. Tuttavia, poiché la maggior parte dei casi di malattia infiammatoria
pelvica sono asintomatici, questo dato sottostima la prevalenza reale. Un
indicatore grossolano della diffusione della malattia nei paesi in via di
sviluppo può essere ottenuto dai tassi registrati nei ricoveri ospedalieri per
disturbi di pertinenza ginecologica: 17-40% nell’Africa sub-sahariana, 15-37%
nel Sudest asiatico, 3-10% in India.
Il trattamento antibiotico empirico non dà risultati costanti e sicuri. I
dati attuali ci dicono che, poiché non esistono criteri diagnostici clinici
affidabili per la malattia infiammatoria pelvica, è comune ricorrere a un
trattamento empirico precoce; il valore predittivo positivo di una diagnosi
clinica è del 65-90% se confrontato alla laparoscopia. L’assenza di infezione
nel tratto genitale inferiore, dove vengono di solito prelevati i campioni, non
esclude la presenza di malattia infiammatoria pelvica e quindi può non
influenzare la decisione di attuare un trattamento. Uno studio caso-controllo
(76 casi e 367 controlli) ha trovato che il trattamento posticipato si associa a
una compromissione della fertilità (odds ratio 2,6, limiti di confidenza al 95%
da 1,2 a 5,9). Molti dolori pelvici cronici si debbono a cronicizzazione di
malattia infiammatoria pelvica, non responsiva a FANS e antibiotici a largo
spettro.
Uno studio non controllato, ma molto ampio, dimostra che l’agopuntura manuale
combatte il dolore pelvico e lombosacrale da malattia pelvica cronica,
riducendo, al contempo, gli indici di flogosi. In effetti, vi sono evidenze
circa il ruolo immunodulante ed antinfiammatorio dell’agopuntura. L’agopuntura
con stimolazione manuale degli aghi è stata vista essere utile nell’inibire
l’infiammazione neurogena. Per infiammazione neurogena (NI) si intende
quella componente del processo infiammatorio, mediata unicamente dal sistema
nervoso, dovuta alla liberazione di neuromediatori, quali la sostanza P ed altre
neurochinine, dalle terminazioni nervose libere. Una volta rilasciati, questi
neuromediatori comportano vasodilatazione, aumento della permeabilità vascolare,
edema ed attivazione della risposta cellulo-mediata, fenomeni responsabili dei
segni classici del processo infiammatorio: rubor, tumor, calor, dolor.
La modulazione della componente neurogena della flogosi può avvenire con
meccanismi diversi:
- inibizione del rilascio dei neuropeptidi dalle terminazioni nervose libere
(es. oppioidi ed oppiacei)
- rilascio di antagonisti recettoriali
- incremento della degradazione enzimatica dei peptidi stessi.
Tra NI e dolore cronico sembra esserci una stretta associazione:
l’eccitazione delle fibre C, con stimoli elettrici o chimici evoca entrambi i
fenomeni dolore e NI, la sostanza P presente in queste fibre sembra essere il
mediatore comune. Osservazioni sperimentali indicano che una irritazione locale
può avere un effetto anti-infiammatorio sistemico ed il meccanismo proposto
potrebbe essere alla base del meccanismo anti-infiammatorio delle tecniche di
contro-irritazione come l’agopuntura. Il dolore pelvico cronico, in molti casi,
si deve ad una flogosi aspecifica persistente e, per quanto visto, l’agopuntura
risulta efficace sia sulla percezione del dolore che sulla infiammazione di
base. Va aggiunto a questo che la reazione immunoistochimica dell’espressione
del c-fos è utilizzata per identificare zone attivate da alcune stimolazioni
sensoriali tra cui l’agopuntura. Dopo stimolazione agoputurale si è osservata
una attivazione delle corna dorsali del midollo spinale, nuclei del rafe, locus
coeruleus e sostanza grigia periacqueduttale.
Altri studi hanno dimostrato anche una attivazione dell’asse ipotalamo.ipofisi
sia valutando l’espressione del c.fos che misurando l’incremento del rilascio di
ACTH e beta-endorfina. Queste zone ed i relativi effetti, sono ritenute essere
importanti per l’analgesia e l’azione antiflogistica da agopuntura. Tuttavia,
pur emergendo globalmente dall’analisi dei lavori pubblicati l’efficacia
dell’Agopuntura (in particolare nel campo della terapia del dolore), esistono
dati spesso contrastanti e buona parte degli studi a disposizione non può essere
considerata attendibile in quanto viziata da errori metodologici o statistici.
Come è noto, infatti, sulla base dei principi ispiratori della
Evidence-Based-Medicine (EBM), gli studi che valutano l’efficacia richiedono
adeguati controlli, randomizzazione, doppia cecità e dettaglio descrittivo per
la replicabilità. Spesso la ricerca clinica in Agopuntura non si è attenuta a
questa metodologia ed i protocolli di trattamento presentano notevoli divergenze
tra i vari autori.
Crediamo che sia opportuno, quando si è alla ricerca delle prove di efficacia
in agopuntura, tenere nella dovuta considerazione alcune delle caratteristiche
intrinseche, peraltro ben conosciute, della terapia:
- le basi teoriche dell’Agopuntura non sono unitarie
- la scelta dei punti e le modalità di stimolazione sono variabili
- mancanza di un vero placebo.
Va ricordato anche come tutti gli studi con terapie manuali presentino
difficoltà intrinseche nella progettazione con controlli con placebo e con la
doppia cecità.
Il futuro della ricerca in Agopuntura, a nostro parere, deve tenere in
considerazione alcuni aspetti:
- cercare di uniformare le metodologie di ricerca nei differenti paesi (ad
esempio attenendosi alle “Linee Guida per la Ricerca Clinica in Agopuntura”;
- progettare studi che combinino l’Agopuntura con altre metodiche di medicina
non convenzionale o con trattamento standard, con l’obiettivo di migliorare il
rapporto costi/benefici (tempi di guarigione, recidive, farmaco-economia,
effetti collaterali, ecc.);
- sviluppare ricerche basate sulla “qualità della vita” (inerenti al benessere
fisico, psicologico e sociale della persona), parametro che, per le sue
caratteristiche multidimensionali, si adatta bene agli studi con agopuntura.
Autore: Carlo Di Stanislao
Note
1 - Incrementando l’apporto alimentare di acidi grassi omega 3 (presenti
soprattutto nel pesce), si indurrebbe una competizione con gli omega 6, con il
risultato di favorire la sintesi di prostaglandine E3 e leucotrieni A6, che sono
biologicamente meno potenti.
2 - Nota anche come agopuntura simulata, è un intervento utilizzato comunemente
come controllo, che impiega aghi da agopuntura per stimolare punti non tipici
dell’agopuntura in aree diverse dai meridiani cinesi. Tali punti vengono
identificati come aree che non hanno un’attività elettrica cutanea analoga a
quella dei punti dell’agopuntura. Esiste qualche disaccordo sul corretto sito
dell’ago, poiché il posizionamento dell’ago in qualsiasi sede può evocare
risposte biologiche che complicano l’interpretazione dei risultati.
3 - Presenza di tessuto endometriale (ghiandole e stroma) al di fuori
dell’utero. I siti di impianto più frequenti sono gli organi pelvici ed il
peritoneo. L’endometriosi può manifestarsi sia come lesioni molto piccole
(talora microscopiche) sia come grosse cisti ovariche. In entrambi i casi è
spesso presente dolore.
4 - Patologia tanto diffusa quanto poco conosciuta rappresentata dalla
dilatazione varicosa dei plessi venosi utero ovarici. E’ una delle cause più
frequenti di dolore pelvico sia ai rapporti sia alla stazione eretta. La
diagnosi è soprattutto ecografica (Ecografia Pelvica T.V. con sonda
transvaginale) ma spesso è anche reperto occasionale in corso di laparoscopia.
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