Il metodo Pilates nasce come ginnastica a corpo libero denominata Mat Work che in seguito si è avvalsa di particolari attrezzi specifici.
Questo metodo prende il nome dal suo ideatore Joseph Hubertus Pilates nato in Germania nel 1880. Pilates era un ragazzo di struttura fisica piuttosto gracile e preoccupato dalla possibilità di contrarre la tbc, si dedicò duramente alla pratica del body building tanto che fu chiamato a posare per la realizzazione di carte anatomiche del corpo umano. Durante la sua permanenza in Germania si interessò anche allo sci, all’attività subacquea e ad ogni altro tipo di attività atletica.
Una fase molto importante per la vita di Pilates e per l’evoluzione del suo metodo fu la prigionia durante la Prima Guerra Mondiale, prima nel Lancaster e poi sull’Isola di Man dove per aiutare i soldati feriti ed ammalati nella riabilitazione cominciò ad ideare e costruire delle attrezzature per la rieducazione, alcune di esse sono in uso tutt’oggi.
Nel 1925 decide di lasciare la Germania e di andare negli Stati Uniti. Nel 1926 Pilates arriva a New York e apre uno studio dove incomincia a codificare la sua tecnica che per la prima parte è incentrata esclusivamente sul Mat Work, una serie di esercizi eseguiti a corpo libero su di un materassino. Il suo lavoro non si ridusse alla semplice codifica degli esercizi, ma si estese al perfezionamento di particolari attrezzi ideati ai tempi della sua prigionia in Inghilterra quando, per aiutare i pazienti a ritrovare e mantenere il tono muscolare, mentre erano ancora a letto, applicò delle molle ai loro letti. Fu così che nacque l’Universal Reformer, l’attrezzo tuttora parte centrale del metodo Pilates. J.H. Pilates morì attorno agli anni Sessanta e il suo studio di New York fu rilevato da una sua allieva Romana Kryzanowska.
Quindi alla luce dell’amore e dello studio che Pilates ha messo nel suo lavoro, o forse è meglio dire missione, non stupirà l’originalità e la varietà degli esercizi che è tale da non annoiare mai la persona che si avvicina al metodo Pilates. Le ripetizioni non mai lunghe e noiose. La maggior parte degli esercizi, infatti, una volta appresi perfettamente, non supera le tre ripetizioni.
La durata di una lezione, in cui viene effettuato un programma di esercizi completo tale da consentire il coinvolgimento di tutto il corpo, è di un’ora.
Questo metodo segue rigorosamente dei principi basati su una precisa base filosofica e teorica. Non si tratta quindi di un semplice insieme di esercizi, ma di un vero metodo che si è sviluppato e perfezionato in più di sessant’anni d’uso e di osservazione.
Scopo principale di J.H. Pilates era quello di rendere le persone consapevoli di sé stesse, del proprio corpo e della propria mente, condurle ad unire corpo e mente in una singola, dinamica e ben funzionante entità. In un certo senso Pilates cercò di fondere i migliori aspetti delle discipline fisiche occidentali con quelli delle discipline spirituali orientali.
Gli esercizi del metodo Pilates non presuppongono una ripetizione esasperata finalizzata a sé stessa, ma, attraverso una logica ripetizione, conducono la mente a cooperare con il corpo alla ricerca comune del controllo, della precisione e della fluidità dei movimenti coordinati con la respirazione.
L’obiettivo del metodo Pilates consiste nel portare l’individuo a muoversi con economia, grazia ed equilibrio attraverso il rispetto dei sei principi base che costituiscono la tecnica:
1. Concentrazione
2. Controllo
3. Baricentro
4. Fluidità del movimento
5. Precisione
6. Respirazione.
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