Il Rolfing è un metodo di lavoro corporeo che si sviluppò negli anni 1940 e ’50
negli Stati Uniti; venne ideato dalla Dr.ssa Ida Rolf per aiutare i soggetti
che a causa di gravi traumi fisici avevano subito una perdita di funzionalità.
Il Rolfing è basato sull’intuizione che il corpo umano non è una macchina
composta da singole parti , ma un’unità prive di cuciture, con un sinergismo
d’azione dei singoli apparati che lo compongono in grado di adattare la propria
forma all’ambiente in costante mutamento.
Grazie agli studi in biochimica, la Dr.ssa Rolf intuì l’importanza, dal
punto di vista della plasticità, di uno dei componenti del corpo umano, il
tessuto connettivo, composto di proteine organizzato in fibre di collagene
immerse in una matrice fluida. Ogni adattamento avviene principalmente come modificazione
della struttura del tessuto connettivo.
La Dr.ssa Rolf lo definì "Organo della forma", un organo che
possiede memoria, ovvero tiene conto degli eventi distruttivi che deformano la
struttura; l’accumularsi di tali eventi lo altera e contribuisce a una perdita
graduale di libertà e integrazione.
L’attenzione della dottoressa si concentrò sulle fasce che ricoprono i
muscoli, gli organi e le viscere e creano un’unica rete che connette
ogni elemento del corpo, in modo tale che ogni variazione di un singolo
settore si ripercuote più o meno velocemente su tutto il resto del corpo.
Quando si riduce l’elasticità di un settore, nella rete delle fasce, il
movimento delle articolazioni interessate più da vicino diminuisce, mentre altre parti
devono compensare questi accorciamenti; tutto l’insieme viene pian piano
coinvolto e i vari segmenti di cui è composto il corpo perdono il rapporto
corretto tra loro, si spostano e ruotano un po’ su se stessi: l’organismo intero
si sbilancia e la forza di gravità accentua ancor più questo squilibrio.
A questo punto andiamo a vedere come si interviene.
Dopo un colloquio preliminare che serve a raccogliere quante più informazioni possibili, il processo del ROLFING si sviluppa su un arco di dieci differenti sedute di base, ciascuna delle quali mirata al perseguimento di uno specifico obiettivo. Le sedute agiscono sull’intero territorio corporeo, dagli strati più superficiali a quelli più profondi.
Partendo dal presupposto che il corpo è un’unità, l’intervento dovrà essere globale e non limitarsi a specifici
distretti corporei. Nè, tanto meno, si limiterà a trattare il sintomo, ma vedrà di ricercare una armonia in tutto il corpo, per favorire il benessere generale.
La serie di sedute di base segue un percorso preciso che orienta la persona verso una migliore capacità di adattamento nel campo
gravitazionale: nella prima seduta , ad esempio, ci si concentra sul torace, per migliore la
respirazione e quindi l’ossigenazione; nella seconda seduta si agisce sui
piedi, sulla parte inferiore della gamba e sulle ginocchia, per creare una base più stabile per la
parte alta del corpo; nella quinta seduta si cerca di creare un miglior
equilibrio tra le strutture interne ed esterne del torace... Nella decima seduta, infine, ci si occupa del collo e
della testa.
Non sempre, nell’ambito delle singole sedute, il trattamento risulta gradevole; o, per lo meno, non per
tutti e non allo stesso modo. Ci sono persone che anche di fronte ad una "manipolazione" molto profonda non fanno una piega!
Altre, al contrario, sono iper-sensibili; in genere sono coloro che soffrono di
ritenzione idrica: i loro tessuti, impregnati di liquidi e di tossine, possono
procurare fastidio quando vengono trattati, o anche solo toccati. Relativamente a
questi clienti, si può dire che non appena il Rolfer solleva le mani ogni
sensazione molesta cessa e che, di norma, se le prime sedute sono sgradevoli il fastidio gradualmente diminuisce via via che il drenaggio del loro connettivo migliora.
Le persone si rivolgono al Rolfing per motivi diversi; spesso è il dolore la motivazione che induce a cercare un aiuto.
Obiettivo del Rolfing è aiutare le persone a ritrovare il benessere.
Gli effetti positivi del lavoro si riscontrano su diversi piani, non solo su
quello strutturale. La persona con spalle e collo in tensione da molti anni per
controllare la propria aggressività, trovandosi improvvisamente con quelle aree più morbide, può
magari rendersi conto che gli stati emotivi all’origine delle tensioni appartengono ad un passato definitivamente chiuso e può,
consapevolmente, cambiare un atteggiamento autolesionista.
Percepire un maggiore benessere influisce positivamente anche sull’umore;
sentirsi più stabili nello spazio corrobora il senso di sicurezza personale.
Ma cambia anche il livello energetico, perché l’organismo è messo in condizioni di
lavorare meglio, con minore spreco d’energia. Ciascuno ha una risposta personale, non
prevedibile né quantificabile a priori.
Completato il ciclo di dieci sedute di base e dopo aver lasciato trascorrere
un periodo di tempo appropriato per consentire ai cambiamenti di sedimentarsi,
è possibile approfondire il percorso intrapreso ricorrendo a brevi cicli di sedute
post-10.
Un’altra attività che ben si integra e favorisce l’incorporare del ROLFING è
il ROLFING MOVEMENT, cicli di sedute individuali o di gruppo che servono ad
esplorare le proprie abitudini di movimento, scoprire gli sprechi di energia, ricercare fluidità, elasticità ed armonia nelle attività quotidiane.
Il processo del Rolfìng non termina completamente dopo le dieci sedute.
Quando il corpo si trova in allineamento, l’azione continua della forza di
gravità si trasformerà in alleata: anziché comprimere, sosterrà e il corpo
da sé migliorerà il suo equilibrio.
Il riferimento in Italia per il Rolfing è l’Associazione Italiana Rolfing
che riunisce i professionisti abilitati dal Rolf Institute, che operano
sul territorio italiano.
Ringraziamo Karim Amellal
che svolge la sua attività di Rolfer presso
l’Arte del Benessere
via Moscova, 24 - Milano
tel. 02/29062000
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